di Daniele Pagani (La Gazzetta di Don Flaco)
NOME E COGNOME: Mamadou Coulibaly
ANNO DI NASCITA: 1999
RUOLO: centrocampista centrale
NAZIONE: Senegal
PIEDE: ambidestro
FISICO: 183 cm x 78 kg
<< É tre volte Paul Pogba! >>
Forse ha esagerato coi termini di paragone, Donato di Campli, procuratore di Mamadou Coulibaly, promettente centrocampista centrale classe 1999 in forza al Pescara. Forse si tratta solo di un incoraggiamento, un attestato di grande stima e fiducia da parte del procuratore nel ragazzo nativo di Thies, Senegal, che in questi giorni pare vicinissimo a firmare con l’Inter. Eppure c’è chi sostiene che lo stesso Pogba, a quell’età, non fosse così forte. Una cosa è certa: gli hype sono un’arma pericolosa, direi a doppio taglio, due facce della medesima medaglia. Sono un autentico evergreen dell’infame giornalismo sportivo, e spesso portano tanta sfortuna e inutili pressioni.
Tuttavia, pare che il duo Sabatini-Ausilio sia pronto a correre un mezzo rischio. Il mio diktat, nella fase di scouting, sarebbe molto semplice: prenderli prima che diventino fenomeni. Serve solo un requisito fondamentale: l’occhio lungo. Ed è così, che l’Inter s’avvicina a grandi passi all’acquisto del “tre volte Pogba” in prestito con obbligo di riscatto fissato a circa 4 milioni di euro. Meglio prenderlo ora, piuttosto che rischiare una mega-super-iper crescita del valore del cartellino, che magari potrebbe venire a costarti anche 25/30 milioni dopo un paio di buone stagioni. Ah, la dura legge del… calciomercato.
La storia di Mamadou è assai particolare e parte, come detto prima, da Thies, in Senegal. Figlio di un professore d’educazione fisica, che peraltro gli sconsigliò vivamente già in tenera età di legarsi al mondo del calcio, e col Milan nel cuore. Coulibaly, a soli 16 anni, sale su un autobus diretto in Marocco riempiendo uno zaino di pochi spiccioli, qualche effetto personale, ma soprattutto tante speranze. Arriva nel Vecchio Continente grazie ad un’imbarcazione di fortuna, con tanti altri migranti. L’eterna fuga da una prospettiva futura grama, senza aspettative. Il ragazzo sbarca in Spagna, poi in Francia, prima a Marsiglia, infine in quel di Grenoble, dove viene ospitato per qualche tempo da una zia. Poi l’arrivo in Italia, in treno, come raccontato dal ragazzo in una recente intervista. Da Livorno, ospitato da amici, ad una casa-famiglia di Montepagano, frazione di Rovereto degli Abruzzi:
<< Ho fatto tanti sacrifici. Ero in Francia da mia zia, poi sono venuto a Livorno, dove stavo con amici. Siccome là non potevo fare niente, ho provato a venire a Pescara. Stavo dentro una casa-famiglia a Montepagano, dove mi hanno aiutato tanto: senza di loro non sarei mai arrivato qui perché non avevo i documenti, non avevo niente. In Italia ho dormito anche fuori tre giorni, al campo sportivo di Roseto. Poi i carabinieri mi hanno portato in una casa-famiglia, dove vivo ancora. Ho fatto anche provini con Sassuolo e Cesena, ma per loro ero scarso >>
Avete sentito benissimo: il Cesena ed il Sassuolo lo scartano definendolo piuttosto scarsino. A quel punto entra il gioco il Pescara, che lo aggrega alla Primavera, con la quale supera a pieni voti i provini. È questo il punto della storia che mi stampa in volto un sorriso spontaneo: Mamadou ha giocato la sua prima partita diretta da un arbitro vero lo scorso febbraio, a 18 anni compiuti, con la squadra Primavera del Delfino. Un paio di presenze ed una marcatura all’attivo bastano per ammaliare lo staff del club biancazzurro, con Oddo in primis, che inizia ad aggregarlo sistematicamente alla Prima Squadra.
L’esordio ufficiale in Serie A però, arriva con il boemo dagli occhi di ghiaccio, Zdenek Zeman, uno che di lanciare giovani talenti ne sa qualcosa. Uno spezzone di gara nella sconfitta contro l’Atalanta, convincono il divoratore di Marlboro rosse a schierarlo titolare contro il Milan dell’altro classe ’99, Gigio Donnarumma. Un’ottima prestazione di Coulibaly, che di certo non s’è fatto intimidire da un avversario dal grande talento quale Deulofeu, che un paio di spallate belle toste se l’è prese. La prima volta non si scorda mai, soprattutto contro la tua squadra del cuore (senza timore reverenziale), poi. E in Senegal, quel giorno, i suoi parenti l’hanno visto, hanno guardato quella partita: il coronamento di un sogno, l’essere finalmente felice, cambiando la sorte prevista dal destino.
A fine stagione saranno 9 le presenze complessive. Ora per l’approdo a Milano, sponda nerazzurra però, sembra vicinissimo come confermato in un paio di dichiarazioni dal presidente del Pescara, Daniele Sebastiani. Il ragazzo tuttavia, è molto ambizioso: no alla gavetta in Primavera, vuole essere aggregato ai calciatori a disposizione del neo tecnico Luciano Spalletti. Si dovrebbe chiudere intorno ai 4 milioni di riscatto obbligatorio legato a criteri facilmente raggiungibili. E chissà, l’Inter magari, per pochi spicci, potrebbe aver trovato il suo Pogba: Thies-Milano, il tragitto non fa differenza, l’importante è credere in sé stessi, senza mai demordere. E se queste sono le premesse, Coulibaly cresce bene.
CARATTERISTICHE TECNICHE:
<< È un sogno che si realizza perché ho fatto tanti sacrifici per venire qua. Sono stato felice di giocare, mi alleno sempre per essere titolare: ora il sogno è diventato realtà, ma io ho sempre creduto nelle mie potenzialità. So quanto valgo, ma devo fare ancora tantissima strada. Voglio giocare con la Nazionale del Senegal, è un mio grande desiderio >>
Centrocampista centrale, peraltro ambidestro, Mamadou Coulibaly parte, in quel di Pescara, come interno di centrocampo al fianco di Muntari e Memushaj. Ciò che impressiona di questo ragazzo classe 1999 è l’imponenza fisica, che azzarderei definire totemistica, oltre alla grande dinamicità muscolare, che lo rendono un avversario assai ostico. Tuttavia non stiamo parlando del classico centrocampista tutto fisico e muscoli. No, abbiamo detto che Coulibaly cresce bene. Infatti, sotto il profilo tecnico ha enormi margini di miglioramento. Questi aspetti si mixano ad un’ottima velocità di gamba, che lo rendono pericoloso in fase di ripartenza. Ha una discreta capacità di palleggio e stargli dietro in campo aperto non è facile: il ragazzo punta molto sulla falcata palla al piede. Ha grande personalità, a volte esuberante: un aspetto al quale non vanno obbligatoriamente fornite connotazioni negative. Non ha paura di azzardare la giocata, rischiare, ma cerca comunque spesso e volentieri la soluzione più semplice, migliore, soprattutto per alcuni fondamentali come i passaggi brevi. Sicuramente Zeman gli ha lasciato parecchia libertà tattica, ma il ragazzo dovrà comunque essere forgiato sotto questo punto di vista. Ha tutte le potenzialità, nonostante si sia visto ancora poco del suo talento, per diventare un ottimo giocatore. E come al solito sarà il tempo, incontrovertibile legge slegata da qualsivoglia forma di controllo umano, a confermare o confutare se Coulibaly cresce bene…
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