Quando parliamo di Barcellona, in particolar modo della cantera blaugrana, meglio conosciuta come “La Masia”, si ha la consapevolezza di avere a che fare con una macchina enorme, difficilmente spiegabile a parole. Un meccanismo perfetto da oramai qualche decennio, un numero di calciatori di livello mondiale prodotti difficilmente quantificabile. L’altra faccia della medaglia è però, per un certo verso, oscura: parlare di Barcellona può portare ad errori di valutazione, basati su un sovraccarico di pressioni col quale deve convivere ogni ragazzino che passa di lì, costretto ad avere come metro di paragone Messi, Iniesta, Xavi e chi più ne più ne metta. Difficilmente, anzi ad oggi è impossibile, possiamo essere dinanzi a calciatori di tale caratura, motivo per il quale si viene a creare quella delusione che porta inevitabilmente a far entrare il giovane in questione nell’occhio del ciclone. Tutti devono essere Messi? Tutti devono essere Iniesta? Assolutamente no, ma quando la maglia è così pesante, le aspettative sono di questo tipo. Ecco spiegati i tanti perché attorno ai vari Cuenca, Giovani e Jonathan Dos Santos, Jeffren e, su tutti, Bojan Krkic. Ragazzi che sembravano destinati a spaccare il mondo ma che invece non hanno mantenuto certe premesse. Sia chiaro, molti di loro hanno comunque giocato in Serie A, Premier League ed altre compagini di livello, eppure ci si aspettava qualcosa di diverso.
Perché abbiamo scritto tutto ciò? Il calciatore del quale vi stiamo per parlare viene proprio da lì, dalla cantera blaugrana e, ad oggi, è sicuramente uno dei talenti più puri dal post-Bojan. Quest’oggi presentiamo Abel Ruiz Ortega.

ABEL RUIZ: TAPPE BRUCIATE – È questa la miglior espressione per questo giovane centravanti spagnolo classe 2000. Quando parliamo di tappe bruciate facciamo riferimento sia ad un discorso biologico, perché la corporatura di Abel Ruiz tutto sembra tranne quella di un diciassettenne (è alto più di 180cm), sia sotto il profilo sportivo, dato che nella passata stagione era già nel giro del Barcellona B, la seconda squadra blaugrana, nella quale è entrato a pieno regime nell’attuale annata.

ABEL RUIZ: GOL? NON SOLO – Ricorda il classico “Nueve”, ma ciò che distingue Abel Ruiz dai suoi coetanei è un’intelligenza calcistica fuori dal comune, che ha sviluppato in questi anni blaugrana (fece scalpore il suo passaggio dal Valencia al Barcellona quando aveva appena 12 anni) e che, abbinata ad una grande tecnica, gli permette di essere incredibilmente utile anche in termini di assist e non solo di reti segnate. Centravanti completo, negli ultimi 20 metri è in grado di far tutto: attaccare la profondità, cercare combinazioni con i propri compagni, muoversi senza palla così da creare lo spazio per inserimenti da dietro. I paragoni per lui si sprecano: in patria c’è chi lo accosta a Benzema, chi a Negredo, chi a Morata. Sarebbe inutile dare ragione a qualcuno, ed anzi si cadrebbe nella trappola discussa in apertura di articolo, ma riprendiamo il pensiero iberico per rendere l’idea delle qualità di questo ragazzo. Perno della Nazionale Under 17, con la quale ha realizzato 27 gol in 37 partite, vinto l’Europeo di categoria e perso in finale al Mondiale, ha già esordito con l’Under 19 delle Furie Rosse.
Barcellona, chi e cosa diventerà Abel Ruiz? Sarà il campo a dare la risposta…