Luis Nazário De Lima al secolo Ronaldo è sicuramente uno dei talenti più luminosi che il calcio ci ha donato. Lo abbiamo potuto ammirare nel recentissimo passato con il suo fulminante doppio passo e con la sua forza. Ronaldo ha creato un nuovo tipo di attaccante, era capace di saltare tutti gli avversari e mettere in rete, oppure di essere il migliore degli opportunisti. Ronaldo è stato il “Fenomeno” e chi lo ha ammirato giocare non può che pensare a lui come una delle più belle cose apparse su un campo da calcio.
Ronaldo, nasce a Rio De Janeiro nel quartiere Bento Ribeiro e inizia a muovere i suoi primi passi nel Valqueire squadra di calcio a 5. Qui inizia a farsi notare e il Flamengo gli organizza un provino, le cose però non vanno bene, Ronaldo impressiona gli scout del Flamengo ma il costo per portarlo dal suo quartiere al campo di allenamento è troppo alto e il Flamengo decide di non tesserarlo, nel viaggio di ritorno il giovane Dadado, così lo chiamava suo fratello maggiore, subisce anche il furto dell’orologio, che mamma Sonia gli aveva messo al polso per l’occasione. Ronaldo inizia così a giocare nel São Cristóvão, continua a farsi notare, e nel 1993 viene ingaggiato dal Cruzeiro.
Nella prima parte di stagione si divide tra giovanili e prima squadra fa il suo esordio con i “grandi” il 25 maggio del 1993 a quasi 17 anni, precisamente 16 anni e 8 mesi. La sua prima rete la realizza il 9 settembre del 1993 e poi mette in serie 12 gol in 14 partite. Nella stagione seguente nel campionato Mineiro diventa capocannoniere con 22 reti in 18 presenze che gli valgono la convocazione ai Mondiali di Usa 94. Con la maglia del Brasile diventa campione del Mondo ma non disputa neanche un minuto nella massima competizione mondiale
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Nel 1994 dopo la vittoria nel Mondiale, Ronaldo approda in Europa, precisamente al Psv Eindhoven. Con la squadra olandese fa intravedere subito il suo enorme talento, in campo è un missile imprendibile per gli avversari e in totale nei due anni con il Psv mette a segno 54 gol in 57 partite, subisce però anche la sua prima operazione per un apofisite tibiale che lo tiene fermo per lunga parte della seconda stagione olandese.
Nel 1996 il Barcellona non se lo lascia scappare e lo acquista per 20 milioni di dollari. Con la maglia blaugrana Ronaldo si conferma e vince il suo primo trofeo, la Coppa delle Coppe. Sigla in una sola stagione 47 reti in 49 partite ufficiali e vince il Fifa World Player. Massimo Moratti presidente dell’Inter, lo osserva da un po’ e decide che è ora di portare un “Fenomeno” nella sua Inter.
Nell’estate del 1997, Ronaldo ormai già diventato il “Fenomeno” sbarca a Milano, Moratti per portarlo in Italia sborsa 48 miliardi di lire pagando l’intera clausola rescissoria prevista nel contratto del brasiliano. I tifosi nerazzurri sono in visibilio e lo accolgono a braccia aperte. Il 12 settembre Ronaldo li ripaga e mette a segno la sua prima rete italiana, con una delle sue consuete finte stende il difensore del Bologna e supera il portiere andando a festeggiare con la sua solita esultanza, braccia aperte e dentoni ben in vista. Inizia la sua scalata verso l’olimpo del calcio, trascinando l’Inter a suon di dribbling e gol. L’Inter però non vince lo scudetto anche a causa dell’ormai noto scontro diretto contro la Juventus; i nerazzurri escono sconfitti in quella gara in cui succede il famosissimo fallo commesso da Iuliano su Ronaldo non redarguito dall’arbitro Ceccarini.
L’Inter però si consola a fine stagione con la vittoria in Coppa Uefa, nella finale tutta italiana contro la Lazio i nerazzurri si impongo per 3 a 0, con il terzo gol di Ronaldo che ubriaca di finte Marchegiani prima di depositare in rete. In quella stagione Ronaldo metterà a segno 34 gol in 47 partite arrivando da strafavorito ai Mondiali di Francia 98.
Quei Mondiali non saranno però un ricordo lieto per il “Fenomeno”, in finale contro la Francia il Brasile esce sconfitto per 3 a 0 e Ronaldo accusa un misterioso malore prima della partita. Come se non bastasse il ginocchio continua a fargli male e si paventa una possibile operazione.
Tornato in Italia, si decide di non intervenire subito e durante Inter-Lecce del 21 novembre, Ronaldo subisce la lesione del tendine rotuleo del ginocchio. Dopo sei mesi di calvario, Ronaldo torna in campo nella finale di Coppa Italia, ma il destino è di nuovo avverso.
Dopo sei minuti dal suo ingresso in campo, il ginocchio cede e il “Fenomeno” cade a terra in lacrime. Il ginocchio ha fatto di nuovo crack, ma questa volta il tendine rotuleo si è rotto completamente. Ronaldo è costretto a una nuova operazione. Il Fenomeno torna in campo a fine 2001 e il destino sembra sorridergli, l’Inter è prima in classifica e nonostante un rapporto non proprio idilliaco tra lui e Cuper i nerazzurri sono vicinissimi alla vittoria dello scudetto. Nell’ultima gara di campionato, il 5 maggio 2002 succede però l’impensabile, la Lazio batte l’Inter e consegna lo scudetto alla Juventus. Ronaldo in panchina scoppia in lacrime.
Il Fenomeno dopo la terribile sconfitta in campionato parte per il Mondiale nippo-coreano del 2002. Qui torna ad essere il calciatore ammirato prima dell’infortunio e trascina il suo Brasile alla vittoria del Campionato Mondiale con 8 reti, di cui 2 in finale contro la Germania. Alla fine di quel Mondiale però avviene la rottura con l’Inter, Ronaldo non spende neanche una parola per i nerazzurri, non parla e non ringrazia Moratti che lo aveva seguito come un figlio durante il suo infortunio. Al rientro dal Mondiale la rottura con i nerazzurri è ormai realtà.
Ronaldo approda al Real Madrid sul gong del mercato per 45 milioni di euro. A Madrid vince e si diverte. Non è più lo stesso giocatore che avevamo ammirato prima dell’infortunio, il suo raggio di azione è diventato più limitato ma Ronaldo resta comunque devastante. Con le merengues vince quasi tutto, sempre da protagonista, si assicura una Liga, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa di Spagna.
Vince il suo secondo pallone d’oro, la classifica cannonieri spagnola e sigla 104 gol in 177 partite. A Madrid, Ronaldo resta per cinque anni prima di compiere il suo alto tradimento all’Inter.
Nel gennaio del 2007, il Fenomeno passa al Milan, sigla contro il Siena il suo primo gol in rossonero e nel derby contro l’Inter sigla la rete del provvisorio 1 a 0. Non è più il giocatore dell’Inter e neanche quello dei primi anni a Madrid, ma resta comunque un calciatore che può cambiare la partita da un momento all’altro.
Risulta decisivo per la risalita del Milan fino al quarto posto, siglando 7 reti in 14 partite. La stagione successiva però inizia con un infortunio muscolare che lo tiene lontano dai campi per 3 mesi, ne subisce un altro poco dopo. Il 13 febbraio disputa la sua ultima gara in rossonero, poiché subisce un altro grave infortunio rompendosi il tendine rotuleo del ginocchio sinistro. A fine stagione il Fenomeno non rinnova il contratto con il Milan e decide di tornare in patria a chiudere la sua carriera.
Riparte nel 2009 dal Corinthians e nonostante il peso, le polemiche sulla sua vita notturna, Ronaldo non smette di fare quello che sa e porta la squadra brasiliana al trionfo in campionato. Sigla in tre anni 35 gol in 69 partite, prima di annunciare tra le lacrime il suo ritiro dal calcio.
Ronaldo chiuderà la sua carriera con 352 gol in 518 partite con le squadre di club e 68 reti in 98 partite con la nazionale.
Ronaldo Luis Nazário de Lima è sicuramente uno dei calciatori più forti che abbiano calcato il rettangolo verde. Spesso viene dimenticato, forse perché la sua carriera è stata spezzata a metà dai tanti infortuni, forse perché sul finire della sua vita da calciatore si è parlato più degli eccessi fuori dal campo che di quelli sul campo. Di una cosa però siamo certi, Ronaldo è stato un calciatore unico, nessuno mai è riuscito a abbinare potenza e classe nel modo in cui ci è riuscito lui. I gol siglati dal Fenomeno rimarranno per sempre negli occhi di chi lo ha potuto ammirare e siamo sicuri che ancora molte generazioni sentiranno parlare dell’attaccante più devastante che la storia del calcio abbia mai avuto.
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