Il futuro delle Merengues potrebbe avere il volto di un ragazzo sbarbato e per bene, anche po’ timido. Vinicius José Paixao de Oliveira Jùnior, chiamato da tutti Vinicius Junior per comodità e rapidità, è un brasiliano che ha appena festeggiato i suoi primi 18 anni. Tenete bene a mente questo nome, Vinicius, perché stiamo parlando del classe 2000 più forte al mondo secondo gli osservatori più qualificati.
Le carte sono tutte in regola e potrebbe essere lui il primo fenomeno del nuovo millennio: nel ‘40 arrivò Pelé, il Sudamerica regalò al mondo un sogno che viaggiava per il campo con palla incollata al piede. Nel 1960, sempre dal Sudamerica ma da sponda Argentina, arrivò quella meraviglia chiamata Diego Armando Maradona e nel 1980, questa volta dal Brasile, il Sudamerica – sempre da lì, tutti da lì – ci regalò Ronaldinho. Di ventennio in ventennio siamo arrivati all’anno 2000 ed eccolo, potrebbe essere proprio lui, quel Vinìcius, a candidarsi per portare avanti la tradizione. Come i suoi illustri predecessori, Vinicius ha debuttato quando era ancora sedicenne nel Flamengo, insomma non proprio la squadra del dopolavoro ferroviario, lasciando letteralmente a bocca aperta gli osservatori. Tifosi al settimo, occhi incollati sulle App di risultati in diretta, entusiasmo generale. Predestinato, insomma.
Velocità da fuoriserie 12 cilindri, piedi di qualità sopraffina, capacità e testa per coprire tutti i ruoli offensivi anche se preferisce, lui che mancino non è, il posizionamento da esterno sinistro con il passaporto per rientrare, naturalmente saltando l’uomo per accentrarsi e concludere. Vinicius è già del Real Madrid, non c’è Sabatini o Ausilio che tenga: il club madridista ha casse piene di denari, ma un ticket da 45 milioni di euro per una “promessa” non sono pochi nemmeno per la casa blanca. Florentino Perez, che proprio di braccino corto non è ma quando spende soldi li spende bene, non ha aspettato molto prima di dare l’ok a chiudere la trattativa con il Flamengo. Il golden boy carioca arricchisce così il suo club di origine, dove aveva già giocato molto e bene, dove aveva già segnato in coppa e campionato ancora prima di compiere i 18 anni. Recentemente, il quotidiano sportivo spagnolo “Marca”, una bibbia da quelle parti lì in Spagna, gli ha dedicato la copertina con il titolo, quasi scontato: «Vini, vidi, vici, Vinicius».
Vinicius è stato presentato in grande stile pochi giorni dopo la firma del contratto, le merengues avevano inizialmente fatto intendere alla stampa e ai tifosi che il ragazzo avrebbe potuto essere “prestato” a un altro club amico per dargli il tempo di ambientarsi, per imparare a giocare e a vivere in Europa. Non sono passate nemmeno due settimane e il nuovo mister Lopetegui ha insistito con il board madridista per far cambiare radicalmente idea alla società. Vinicius ha abbagliato l’ambiente di allenamento in ogni partitella, in cui il talento brasiliano ha fatto molto più di una iniziale buona impressione. Il golden boy è andato in tournée con la prima squadra al fianco di campioni che fino a poco tempo prima guardava solo in televisione, ha giocato titolare contro il Manchester United ed è stato naturalmente tolto in via ufficiale dal mercato dei prestiti.
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Non sorprendiamoci quando in futuro vedremo sui nostri schermi questa fuoriserie che, come se non bastasse, sembra essere dotato anche di testa, sia di colpo di testa che di quella intesa come materia grigia. Non è semplice, alla bella età di 18 anni, riuscire a tenere a freno la brasilianità.
Se tutto dovesse andar male a Vinicius, troverà spazio eventualmente nel Castilla, la famosa succursale che una volta era allenata proprio da Zinedine Zidane. Per quanto riguarda il numero di maglia, la regola del ventennio vorrebbe un top player che veste la numero 10, ma da quest’anno si è liberata anche la numero 7 del Real…
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