Potrebbero esserci guai in vista per i fratelli Traorè, giovani promesse di Sassuolo e Atalanta. Il ventenne Hamed, di proprietà degli emiliani, e il diciassettenne Amad Diallo, tesserato per i nerazzurri, avrebbero barato sulla propria identità. Come riportato da Sportmediaet, infatti, potrebbero aver mentito riguardo alle proprie origini. In questo modo si sarebbero assicurati la possibilità di arrivare in Italia e avere una possibilità di approdare nel calcio professionistico. Una storia che avrebbe molto in comune con quella di Eriberto, ex stella del Chievo. Il trequartista fu conosciuto solo in seguito alla propria confessione con il suo vero nome, ovvero Luciano.

Le indagini sono ancora in corso

La scoperta delle irregolarità sarebbe scaturita in seguito ad un’indagine della Procura di Parma da cui è derivata l’accusa di “falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” per cinque cittadini ivoriani. Tra questi ci sarebbe anche il quarantacinquenne Hamed Mamadou Traore, ovvero il presunto padre dei fratelli Traore. Al momento, però, Hamed e Amad sono stati sentiti esclusivamente come “persone informate sui fatti”.

I fratelli Traorè rischiano una squalifica

La Procura di Parma ha comunicato che l’indagine è seguita alle dichiarazioni di Giovanni Damiano Drago, nell’ambito dell’operazione “Piccoli elefanti”, conclusasi nel 2017. Drago dichiarò infatti di essere a conoscenza dell’ingresso nel Paese, sotto falsa identità, di 5 promesse del calcio ivoriano. Tra queste ci sarebbero i fratelli Traore dei neroverdi e della Dea. Le due società risulterebbero completamente estranee alla vicenda, mentre i ragazzi rischiano una pesante squalifica, proprio come capitato a Luciano nel 2002.