Appena una settimana fa il CT della nazionale Mancini aveva lanciato una provocazione chiara che riguardasse i giovani italiani: “Facciamoli giocare”. Messaggio abbastanza chiaro che non lascia molto spazio ad ulteriori interpretazioni; i giovani promettenti devono esordire in prima squadra. Gli allenatori devono avere un pizzico di coraggio in più e lanciarli nella mischia.
Così Eusebio Di Francesco ha preso la palla al balzo e ha pensato di regalare una grandissima emozione al baby talento classe ‘99 Nicoló Zaniolo facendolo esordire nella gara di ieri sera in Champions League che la Roma ha purtroppo perso sul difficilissimo campo del Real Madrid.
Si avete capito bene il Bernabeu, l’olimpo del calcio e per di più il baby Zaniolo non aveva collezionato nemmeno un minuto in serie A.

Nicolo Zaniolò: “Non mi aspettavo di esordire”

Di Francesco ha comunicato al ragazzino che avrebbe avuto una maglia da titolare contro il Real soltanto ieri mattina dopo la colazione. E che esordio, proprio contro il Real dei campioni. “Non mi sarei aspettato di esordire. Quando il mister me l’ha detto ho cercato di dare tutto. Peccato per il risultato. Come sto gestendo il momento? Sono contentissimo ma devo lavorare giorno dopo giorno, il bello deve ancora venire. Il Real è tra le più forti del mondo, forse potevamo essere più cinici ma da domani altro allenamento e ricominciamo a lavorare. Quando ho saputo di giocare? Stamattina me l’ha detto il mister dopo la riunione dopo la colazione. Mi ha detto di stare tranquillo, mi hanno aiutato tutti, De Rossi mi ha dato dei consigli. Dovevo stare stretto con gli altri centrocampisti, di non prendere le imbucate e uscire sul mediano basso. Il morale? C’è tanto dispiacere ma da domani (oggi ndr) si ricomincia a lavorare”.

Nicolò Zaniolo figlio d’arte

Figlio d’arte – il papà Igor ha giocato con le maglie di Cosenza, Ternana e Messina- il giovane inizia nel settore giovanile della Fiorentina come trequartista che però non crede fortemente in lui e lo cede in prestito alla Virtus Entella in serie B dove accumula appena sette presenze. Giuste per spingere l’Inter a sborsare ben 2 milioni per acquistarlo e portarlo in pianta stabile nella Primavera di Stefano Vecchi che lo fa esplodere definitivamente. Con i nerazzurri Nicoló colleziona 28 presenze, 14 reti e 9 assist. Niente male come bottino personale.
Può agire anche da mezz’ala. Ma la sua arma forte è l’inserimento negli spazi.
Nell’ultima sessione estiva passa alla Roma, inserito nell’affare che ha portato Nainggolan in nerazzurro.
Per lui arriva la prima chiamata con la nazionale di Mancini nella Nations League contro la Polonia e il Portogallo. Non avviene l’esordio ma un’altra gioia unita a quella di ieri sera e chissà quante altre ancora ne susseguiranno per il baby talento predestinato perché in fondo l’ha detto lui ma l’ha ribadito anche Ligabue in un suo famosissimo brano: “il meglio deve ancora venire”.