(La Gazzetta dello Sport – Chiara Zucchelli) – Se il giorno che Francesco Totti ti consegna la fascia il giorno dell’addio al calcio vuol dire solo una cosa: che il destino ha volute essere molto buono con te, oppure che ti ha voluto mettere alla prova. Cosa succederà, Mattia Almaviva, lo scoprirà nel tempo.

n questa settimana ha scoperto cosa siano le luci della ribalta: ha vinto lo scudetto con la Roma Under 16, battendo il Milan, e sui giornali e sul web si è parlato quasi esclusivamente di lui, vista la sua storia. Spesso gioca con il numero 10, per un periodo è stato gestito dall’agenzia di Totti.

Ragazzo che ama i social e legatissimo alla sorella minore. Oggi è gestito da Andrea Pastorello. Mattia gioca nella Roma da sette anni, dopo essere stato scoperto quando giocava nel Savio, studia con buon profitto al Liceo Scientifico Sportivo ed è diventato famoso per uno scherzo del destino. Quanto Totti decise di dare la sua fascia al più giovane capitano del vivaio, sapeva che sarebbe toccato a un 2007. Ma i ragazzini di quell’anno avevano un torneo a Bergamo, per cui la scelta cadde sui 2006 e su Almaviva.

All’inizio della scorsa stagione Mattia ha vissuto mesi complicati: non giocava molto e a dicembre stava pensando di andare via. Dopo aver parlato con chi lo segue ha deciso di non avere fretta, di allenarsi e basta. I quarti d’ora che gli concedeva Falsini sono diventati tempi interi, la maglia da titolare. Da quando ha giocato contro il Frosinone, gara che ha sancito la qualificazione alle finali, Almaviva non è più uscito. In finale è stato il migliore, sostituito perché stravolto.