Mino Favini si spegne a 83 anni: ci lascia un patrimonio del calcio italiano

Ad 83 anni si è spento un grande Maestro, uno dei più grandi del calcio italiano. Responsabile del settore giovanile dell’Atalanta per più di 20 anni, Mino Favini ha scoperto nel tempo numerosi talenti. Garbo ed educazione oltre alle grandi qualità di scouting, ne hanno fatto un vero insegnante di calcio. Favini è morto stamattina dopo settimane di agonia per un ictus. Figlio di un panettiere, Favini ha avuto una buona carriera già da giocatore. Meda, Como, Brescia, Reggiana ed Atalanta le maglie che ha vestito negli anni. Lasciato il calcio giocato non si ferma: ancora Como e poi Atalanta, ma stavolta come talent scout.

Mino Favini: le sue “scoperte”

Tanti sono stati i giovani italiani scoperti dal Mago di Meda. Zambrotta, Morfeo, Matteoli, Borgonovo. Ma anche i più recenti Pazzini, Bonaventura, Caldara e Conti. Oltre alla tecnica ed alla maturità tattica, Favini aveva un occhio di riguardo anche per cultura ed educazione. Bravi sì, ma anche con buoni voti a scuola e testa bassa in caso di panchina. Più che un talent scout, talvolta, un padre che tiene a cuore il futuro dei suoi ragazzi. Giovani che negli anni sono diventati grandi giocatori e che gli saranno sicuramente riconoscenti.

Mino Favini ed il rapporto con l’Atalanta: il comunicato del club

Un incredibile talent scout ma prima di tutto un uomo, un grande uomo. Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta partecipano commossi al dolore dei familiari per la scomparsa di Mino Favini. Ciao grande Mino…“, è questo il comunicato dell’Atalanta apparso sul sito ufficiale. A dimostrazione di come, nonostante la fine del rapporto lavorativo con Favini, era rimasto di lui un grande ricordo.