Anche l’International Champions Cup è stata annullata a causa del Coronavirus. Una competizione che da alcuni anni porta tra i maggiori club europei e non solo a disputare alcune amichevoli di prestigio negli Stati Uniti. I club ci vanno perchè la motivazione è tra le più convincenti. Come riportato da calcioefinanza.it, la quantità di denaro offerta, la possibilità di farsi conoscere da brand e marchi per collaborazioni oltre alla possibilità di allenarsi in strutture e centri all’avanguardia sono motivi più che sufficienti per mandare all’aria preparazione atletica ed impegni pre-stagionali. Anche se poi, come dicono tanti preparatori atletici moderni, oggi la preparazione si fa quasi esclusivamente con il pallone e quindi giocando. Motivo in più per accettare di partecipare all’International Champions Cup.

«La salute di giocatori, staff, tifosi e di tutte le persone coinvolte nelle partite è sempre il parametro primario. La mancanza di chiarezza sulla distanza sociale, con la possibilità che i campionati europei e le competizioni UEFA vengano disputati ad agosto, fa sì che pianificare l’International Champions Cup quest’estate sia impossibile. Attendiamo con ansia di portare i migliori club e le più grandi partite negli Stati Uniti e in Asia nel 2021». Le parole della Relevent Sports Group, società organizzatrice della International Champions Cup, a firma del CEO Daniel Sillman.

International Champions Cup: il danno economico per i club

Dal 2013 ad oggi Milan e Inter sono i club italiani che hanno partecipato alla ICC più volte, 7 in totale. Anche Roma, Juventus e Fiorentina hanno però approfittato degli ingenti ricavi della competizione a stelle e strisce. Non parteciparvi sarà una grossa perdita in termini economici ma anche di visibilità del brand. Basti pensare che l’anno scorso, la Juventus ha guadagnato ben 6 milioni di euro semplicemente giocando 3 partite. Dunque un’altra pesante ripercussione sui club nostrani ma non solo, restiamo in attesa di capire in che modo si correrà ai ripari.

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