Emanuele Giaccherini ha fatto esultare milioni di italiani con la sua rete al Belgio, e dire che avrebbe potuto lavorare in fabbrica. Ormai è conosciuto ai più come “Giaccherinho”, soprannome assegnatogli da Conte quando militava alla Juventus, è un giocatore polivalente, di grande tecnica, caratterizzato da un’evidente abilità nel dribblig, nella velocità e perfetto come assist-man. Classe ’85, ha esordito tardi nella massima serie, nel 2010 con il Cesena, ma questo non gli ha impedito di conquistare due scudetti con la maglia della Juve (2012 e 2013), oltre che un bronzo nella Confederations Cup e un argento agli Europei 2012 con la Nazionale. Giaccherini, persona umile e che dà tutta se stessa in campo senza mai alzare la voce, stava per abbandonare il mondo del calcio. Aveva infatti perso le speranze: dopo l’esordio con il Bibbiena, nel 2002 fu prelevato dal Cesena, che però continuò a mandarlo in prestito in altre squadre, non era mai “abbastanza”, non se la sentivano di lanciarlo in prima squadra. Nel 2008 medita il ritiro, infatti è ancora in buoni rapporti con Roberto Falsini, ovvero numero uno di Mabo Group, azienda aretina leader nell’edilizia industriale, nonché principale sponsor del settore giovanile del Bibbiena. Emanuele chiama Rinaldo Paolini, il direttore sportivo del settore giovanile del Bibbiena, spiegandogli di essere disponibile a giocare nella piccola squadra e proponendosi come operaio per lavorare nella fabbrica di Falsini.
Qui però arriva la svolta: Pierpaolo Bisoli, nuovo allenatore del Cesena, decide di puntare su “Giak”. Prima la serie B, dove Emanuele si mette in luce, infine il sogno seria A, dove esordisce il 28 agosto 2010, contro la Roma. Per la prima marcatura bisognerà attendere l’11 settembre dello stesso anno, messa a segno in contropiede niente meno che contro il Milan. Da qui in poi è un crescendo continuo, con prima la comproprietà e poi l’acquisto del suo cartellino da parte della Juventus, con la quale vincerà due scudetti, segnando anche gol pesanti, basti pensare alle rete-scudetto siglata al Catania il 10 marzo 2013 in pieno recupero, che permetterà l’allungo decisivo per la conquista del titolo. Oltre a esordire con i bianconeri in Champions League, grazie alle sue convincenti prestazioni Giaccherini esordirà anche con la Nazionale italiana. Nel maggio del 2012 viene infatti chiamato dal commissario tecnico Cesare Prandelli, e poi inserito nella rosa dei 23 convocati per il campionato d’Europa 2012 in Polonia e Ucraina, esordendo il 10 giugno, a 27 anni. Dopo l’esperienza alla Juventus Emanuele si trasferisce al Sunderland (motivo che causò dissidi tra Conte e la società bianconera) per poi approdare al Bologna, riconquistando la maglia azzurra, persa nei mondiali in Brasile. Conte ha sempre avuto un occhio di riguardo per Giaccherini, l’ha sempre considerato molto duttile potendo ricoprire più ruoli in mezzo al campo, un jolly che ha fatto ricredere anche i più pessimisti grazie alla rete siglata al Belgio il 13 giugno, rendendo l’esordio dell’Italia agli Europei 2016 davvero dolce. Non possiamo che dire grazie a Bisoli e a chi ha sempre creduto in lui spingendolo a perseverare nel calcio, perché se ora stesse lavorando in fabbrica, magari la partita con i Red Devils si sarebbe conclusa diversamente.
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