Una delle domande fondamentali che di solito viene posta da chi inizia un percorso da match analyst è: cosa bisogna guardare durante un’analisi?
Partiamo da un presupposto importante: diverse sono le modalità di match analysis e diversi sono i metodi e i modelli che i vari scout utilizzano per le loro analisi, di conseguenza non esiste una risposta completa per definire cosa effettivamente guardare durante un’attività di match analysis. In compenso si può creare un percorso, molto spesso formativo, che può aiutare gli osservatori a comprendere e, in alcuni casi completare, delle relazioni di livello professionale.
Il primo punto, probabilmente il più semplice da analizzare, è tutto ciò che avviene intorno alla palla: si badi bene “intorno”, il che significa comprendere sia come una formazione attacca, ma soprattutto avere le capacità di allargare lo sguardo per comprendere come l’altra formazione difende. La sterile visione del singolo pallone, però, ci fa perdere la profondità dell’azione, la sua “storia”. La squadra attacca ordinata o è ripartita da un recupero palla? Chi difende è pronto ad aspettare i propri avversari o li approccio in maniera disorganizzata?
Il semplice spostamento dello sguardo dalla palla alla “storia” di quel pallone durante la partita permette di aumentare il dettaglio dell’informazione, azione dopo azione. E se questa “storia” si ripete consecutivamente, potrebbe essere un “modo” di attaccare di una determinata squadra?
Quindi cosa bisogna essere in grado di guardare? Bisogna essere capaci di comprendere e raccontare la “storia” di una partita non fatta di sole note statistiche, ma anche di schemi, sequenze, errori, punti di forza e debolezza: tutto quanto è in grado di permetterci di analizzare un match in ogni sua minima parte, dall’evento più semplice al dettaglio più complesso.
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