Da moda del momento a realtà ormai consolidata: i fan token stanno cambiando il mondo del calcio, avvicinandolo sempre più all’ecosistema prima inesplorato delle criptovalute. E il merito, a pensarci, è stato anche delle pandemia da covid-19. Con gli stadi vuoti, infatti, e le conseguenti enormi perdite economiche per i club, ad un certo punto è diventato indispensabile per questi ultimi cercare fonti di reddito che esulassero dalla presenza fisica dei tifosi. È proprio così che è nata la mania dei fan token. Ma andiamo per ordine, provando a darne prima di tutto una definizione.

Fan Token nel calcio: cosa sono e a cosa servono

I fan token sono uno strumento digitale molto simile, per caratteristiche, alle più tradizionali criptovalute (ovvero, monete virtuali). Questi vengono emessi da una società di calcio, che però a sua volta si affida, in genere, ad una società esterna che si occupa della loro realizzazione. Alla fine le due società se ne dividono gli introiti. Ma tornano al principio: cosa si intende per “simili alle criptovalute“? Semplice: proprio come queste, i fan token non hanno un valore stabile. Questo, infatti, cambia in base all’andamento del mercato (domanda-offerta) e a quello di Bitcoin, che spesso esulano dal rendimento della squadra in campo. Ergo: anche se un club domani dovesse vincere la Champions League, non è automatico che il valore dei suoi fan token cresca.

Ciò detto, a cosa servono i fan token? Dal punto di vista delle società che li emettono, come anticipato, sono entrate economiche extra rispetto a quelle tradizionali. Per quanto riguarda i tifosi, invece, questi permettono loro – una volta acquistati – di essere maggiormente coinvolti in alcuni processi decisionali del club. Dalla canzone da suonare allo stadio nel corso dell’intervallo al logo da presentare sul pullman della squadra, passando per delle modifiche sulle divise da gioco e tanto altro ancora: il fan token appare come una sorta di azione, di quota societaria, che permette ai tifosi di avere voce in capitolo nel club (anche se, almeno per oggi, riguardo soltanto a scelte di natura marginale). Spiegato cosa sono e a cosa servono, resta da capire chi li gestisce e come si possono comprare.

Fan Token, Socios e Bitcoin: come funziona

Negli ultimi anni sta prendendo sempre più piede Socios.com (diventato, tra le altre cose, sponsor di maglia dell’Inter dalla stagione 2021/2022). Socios è una piattaforma alimentata dalla valuta digitale Chiliz. Quest’ultima è la valuta più utilizzata in Europa, sia nello sport che nelle piattaforme di intrattenimento. Si tratta di un utility token nella blockchain di Ethereum ed è conosciuta ai più soprattutto con l’abbreviazione CHZ. Ebbene, CHZ è la criptovaluta ufficiale di Socios. È su questa piattaforma che i tifosi possono comprare i fan token, che sono in numero limitato e il cui prezzo varia di continuo. Il sistema è uguale per tutti i club: Socios paga una quota iniziale al club e i successivi ricavi di vendita vengono suddivisi tra società e club stesso. Quello di CHZ e Socios appare ad oggi come un progetto molto ambizioso che nel corso dei prossimi anni avvicinerà gli appassionati di calcio al trading di criptovalute.

Sì, perché una volta acquistati, i fan token possono essere anche venduti dai rispettivi proprietari, esattamente come avviene nelle attività di trading online come avviene su BitQH.

Quindi, con le giuste mosse, i tifosi potrebbero rivederli per provare a guadagnarci su. Questi, infatti, sono asset divisibili, non sono unici e possono essere scambiati con un altro asset dello stesso tipo. Tali token sono realizzati in tale che ogni loro frazione sia equivalente alla successiva. Bitcoin, per fare un esempio, è la criptovaluta più utilizzata ed è fungibile. Per fungibilità, più in generale, si intende la proprietà di una merce le cui singoli unità sono essenzialmente intercambiabili. È la capacità, insomma, di un bene di essere intercambiabile con un altro bene per lo stesso valore. Ma tutti i token sono fungibili? In realtà no. Nel mondo della blockchain-criptovaluta si sta facendo spazio un altro tipo di token, cioè quello non fungibile.

Fan Token ed NFT: cosa cambia

I token non fungibili (meglio conosciuti come NFT) consentono di tenere traccia di chi possiede un particolare asset. Tornando in ambito più strettamente calcistico, potrebbero rappresentare un modo – ancora più esclusivo – per i tifosi di creare un rapporto con le proprie società. Per NFT (Non-Fungible Token) ci si riferisce a pezzi unici, che non possono essere replicati né sostituiti. Possedere un NFT per un fan significa poter usufruire in maniera esclusiva di una gif, un video, un audio o un qualsiasi oggetto digitale. Questi prodotti diventano unici e non copiabili quando ricevono una certificazione dal NFT. Ed è proprio in questa direzione che si stanno muovendo le società di calcio: dalle figurine alle divise passando per i video highlights, ognuno sta provando a sperimentare per crearsi uno spazio in questo nuovo mondo. La stessa Serie A a partire dal 2021 ha firmato un accordo con Crypto.com, ad indicare come ormai, nonostante alcune resistenze, la strada sia segnata verso questa direzione.