L’argomento dei diritti tv è al centro delle discussioni di tutte le società italiane, infatti i profitti delle squadre di A dipendono quasi esclusivamente da questo aspetto. Ci sarebbe da discutere su come vengono distribuiti questi soldi, i parametri infatti favoriscono nettamente le squadre storiche. Secondo la legge Melandri il 40% degli introiti va suddiviso in parti uguali, un altro 30% suddiviso in base ai bacini d’utenza mediante dati Istat sulla popolazione residente nel Comune dove gioca la squadra in questione. Motivo per cui se l’Atalanta arrivasse davanti al Milan, come sembra scontato, non è detto che guadagni di più.
Il restante 30% secondo i risultati con parametri che continuano sempre a privilegiare le Grandi. Tenendo in considerazione la storia del club dalla stagione 1946/1947 con un 5% del 30 totale in base ai risultati stagionali. Nella passata stagione la Juventus ha guadagnato più di tutti con 103 milioni di euro, subito dopo ci si aspetterebbe Roma e Napoli ma non è così. Dopo i bianconeri ci sono Milan e Inter con 80 e 78, solo dopo troviamo Roma e Napoli con 73 e 70.
ECCO LE PRETENDENTI
L’advisor della Serie A, Infront, ha in programma di incassare 1,4 miliardi di euro con un guadagno di 200 milioni rispetto la scorsa stagione. Si sta già pensando a pacchetti mirati con fasce orarie dal venerdì sera al lunedì conservando un piccolo blocco domenicale. Pare essere stata scartata l’idea di uno spezzatino stile Liga spagnola e Premiere League.
Le pretendenti le conosciamo tutti e sono Sky e Premium. Con l’emittente di Murdoch che punta ad avere i diritti di tutte le squadre cercando di sfruttare le difficoltà di Mediaset. Voci di corridoio parlano anche di un possibile accordo commerciale tra Murdoch e la stessa Mediaset per Premium.
C’è Telecom che vuole far crescere i canali della propria banda larga facendo sponda su Mediaset. Oppure concorrendo da sola facendo affidamento all’azionista di riferimento Vivendi. In corsa c’è anche Discovery con una doppia proposta sul canale 9 del digitale terrestre e sui canali Eurosport. Un po’ più defilata c’è Amazon che avrebbe gli spazi di Amazon Prime Video per investire sul calcio.
In alternativa la Lega prepara il Piano B, ossia un proprio canale nel quale gestire direttamente i diritti senza intermediari. Verrebbero vendute le partite agli operatori pay-tv e Internet con un pagamento del minimo garantito in base agli abbonati.
Poi c’è il tema della pirateria da affrontare con 1 milione e 250 mila persone che seguono sui siti pirata. Si parla di un buco di 250 milioni di euro e si pensa a dei rimedi per combattere il fenomeno.
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