Alphonso Davies sulle pagine di tutti i giornali. Stavolta, però, non è grazie alle sue gesta in campo, bensì per la sua nomina come “Ambasciatore di buona volontà” da parte dell’UNHCR, Agenzia ONU per i rifugiati.

La storia personale di Alphonso Davies, il suo talento e il suo trionfo come calciatore professionista e il suo impegno per aiutare i rifugiati sono impressionanti“, ha detto Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati che ha così accolto il giovanissimo vincitore del Triplete con il Bayern Monaco nella scorsa stagione.

La storia di Alphonso Davies

Un incarico così importante per un ragazzo di appena 20 anni è qualcosa di sorprendente, ma il passato di Davies merita davvero che venga riconosciuto: il talento canadese nasce nel 2000 in Ghana in un campo profughi, in cui i genitori si erano rifugiati per sfuggire alla seconda guerra civile in Liberia. All’età di 5 anni, Davies e la sua famiglia si trasferiscono in Canada. Qui Alphonso sfoggia le sua abilità calcistiche, esordendo giovanissimo nella nazionale maggiore canadese, prima di essere acquistato ancora minorenne, dal Bayern Monaco. Il resto, è storia calcistica; ma molto prima, c’è la storia di un uomo e di una famiglia.