Squadre B: il responso del nostro sondaggio

Qualche giorno fa, sulla nostra pagina ufficiale Facebook chiedevamo un parere riguardo all’introduzione, a partire dalla prossima stagione, delle squadre B in Serie C. Tra queste, le prime a richiedere l’iscrizione sono state Juventus, Torino e Milan. Ed è probabile che con gli anni se ne aggreghino tante altre. Alla nostra domanda: siete favorevoli o contrari all’introduzione delle squadre B?, il 60% di voi si è detto parte della prima delle due ipotesi. Il restante 40% ha optato invece per la seconda. Una vittoria abbastanza netta, che vede il pubblico quindi volenteroso di vedere in atto un cambiamento nel nostro calcio. Questo soprattutto dopo l’ennesimo fallimento della Nazionale, esclusa dall’ultimo Mondiale di Russia 2018. I tempi dell’estate 2006 sono ben lontani, ed urge un cambio di passo importante. Ma quali saranno i vantaggi e gli svantaggi di questa nuova riforma?

Squadre B: i possibili vantaggi

Partiamo dagli eventuali aspetti positivi che questa riforma dovrebbe portare col tempo, analizzando tutto dal punto di vista dei big club del nostro calcio.

  • GIOVANI PIÙ PRONTI AL GRANDE SALTO: Troppe volte abbiamo visto ragazzi ben figurare nelle rispettive formazioni Primavera, per poi essere un po’ “spaesati” quando si tratta di fare il salto definitivo nel calcio dei grandi. Una cosa è giocare coi i pari età, un’altra è farlo in un campionato come quello di Serie C, zeppo di giocatori di esperienza, spesso con un passato ad alti livelli. Un modo alternativo quindi per formare i giovani calciatori, in modo da permettere loro di poter arrivare in Serie A con un certo bagaglio di preparazione alle spalle.
  • MENO PRESTITI, SI GIOCA IN CASA: Proprio per far fronte a quanto detto prima, i grandi club spesso lasciano partire i propri ragazzi per maturare altrove. Tuttavia, non sempre questa mossa si rivela vincente. Vuoi per motivi tattici o di carattere, o ancora per incapacità di adattamento, ma spesso giovani ragazzi che finiscono nelle serie minori tendono ad avere un minutaggio molto basso. Il risultato talvolta è un anno passato lontano dalla casa base per totalizzare cinque, massimo dieci presenze. Un sballottamento quindi alquanto inutile: tanto vale restare in panchina “a casa”, ma senza il trauma di dover cambiare compagni, allenatore, staff, tifosi e città ogni anno per svariate volte.
  • MENO PROBLEMI BUROCRATICI: Negli anni abbiamo visto, causa problemi economici, il fallimento di numerose società a ridosso di ogni nuova stagione, dalla Serie B a scendere. Avendo quindi una lista di squadre B che ogni anno fanno richiesta di iscrizione al campionato, questo risolverebbe la problematica dei ripescaggi, con squadre che spesso si ritrovano col mercato bloccato in quanto effettivamente non sanno, nella stagione seguente, in che categoria dovranno giocare.

Squadre B: i possibili svantaggi

Andiamo ora ad analizzare gli effetti negativi a cui dovrebbe portare questa riforma, vedendo il tutto “dal basso”, cioè dal punto di vista delle squadre minori.

  • MENO PRESTITI, PIÙ PROBLEMI FINANZIARI: Storicamente, le formazioni di Serie C ed altre minori hanno basato le loro rose su una buona percentuale di giovani provenienti dai grandi club. Il tutto ovviamente in prestito secco e gratuito. Un modo per risparmiare sul già arido bilancio interno, almeno in tema di calciomercato. In gran parte delle volte, sono le stesse squadre proprietarie del cartellino a pagare l’ingaggio dei calciatori. Detto in parole povere: costo di gestione quasi pari a zero per chi prende il giocatore. Una maniera abituale quindi per conciliare necessità tattica e di portafoglio, che verrà a mancare, per le piccole realtà, poco alla volta. Se ho un giovane che voglio testare, lo faccio giocare nella mia squadra B, piuttosto che mandarlo via a titolo temporaneo.
  • NO AI RIPESCAGGI, NO AL PARACADUTE: Come dicevamo in precedenza, la riforma risolverebbe la situazione dei ripescaggi di inizio stagione. Un qualcosa che farà però storcere il naso a tutte quelle società che, vista l’abitudine a lottare per non retrocedere, hanno fatto spesso affidamento sul paracadute del ripescaggio stesso. Una speranza di “salvezza alternativa” verrebbe insomma a mancare a discapito di numerose squadre.
  • LA MORTE DEL CAMPANILISMO CALCISTICO: Al netto quindi delle supposizioni fatte di cui sopra, numerose realtà di provincia cominceranno a scomparire del tutto. D’altronde, i fallimenti di Reggiana, Mestre e Bari (tanto per citarne tre recenti fra le tante) dimostrano come le piccole società hanno sempre più difficoltà a far quadrare i bilanci.

Squadre B: considerazioni a margine

Con questa analisi pare sempre più chiaro ormai che valori quali l’identità ed il senso di appartenenza, nel mondo del pallone, tenderanno a svanire. Questo per fare spazio agli interessi dei top club. È perciò evidente come, col passare del tempo, ci sia sempre più l’attitudine alla scomparsa del sentimentalismo. Un’attitudine che farà di certo male a qualcuno, ma il portafoglio purtroppo viene prima del cuore, e bisognerà farsene una ragione.

Fonte immagine principale/interne ad articolo: Pagina ufficiale Facebook della Lega Pro