L’ha vinto la Roma: è dei giallorossi lo scudetto Primavera 2015/2016. Dopo una partita equilibratissima, giustamente epilogata ai calci di rigore, i capitolini hanno avuto ragione della Juventus.
De Rossi e Grosso non attuano particolari modifiche alle formazioni, eccezion fatta per l’assenza per squalifica di Tumminello. Parte bene la Roma, che con Di Livio sfrutta uno scivolone di Romagna ma non riesce ad arrivare al tiro. Cinque minuti dopo, è sempre un errore di Romagna a liberare la strada a Ponce, ma stavolta il salvataggio sulla conclusione al volo è del portiere Audero. La Juve, però, ha dalla sua parte l’estro dei singoli: Lirola, Kastanos e Macek dialogano bene tra loro. Da una combinazione sulla destra, il terzino Lirola va sul fondo e viene sgambettato da Di Livio: penalty ineccepibile trasformato da Kastanos. E’ ancora Juve: il terzino Zappa va al tiro con il piede meno forte, il destro; come spesso accade in questi casi, la traiettoria che ne esce prende uno strano verso e finisce sulla traversa.
Neanche il tempo di rientrare in campo che la Roma trova il pareggio: sugli sviluppi di un corner, Ponce stoppa con la spalla sinistra e conclude in modo potente ma non angolato, Audero può solo lambire il pallone che termina alla sua destra. Da qui, inizia una partita diversa, con le due squadre che sentono da lontano l’odore dei supplementari e preferiscono non scoprirsi: di fatto, le uniche due conclusioni della parte centrale del secondo tempo sono due bordate da fuori, rispettivamente di Ndoj e Lirola. Soltanto alla fine, le due squadre hanno una chance vera a testa: in entrambi i casi, però, il direttore di gara fischia un’irregolarità. Anche ai supplementari, la situazione rimane pressoché invariata: anche qui, è l’equilibrio a vincere. Ad inizio secondo tempo supplementare, però, Di Livio ha una chance colossale per far dimenticare l’ingenuità del fallo in area: la palla arriva dall’out mancino, supera Ponce, arriva al figlio d’arte del grande Angelo che cerca di battere in contro tempo Audero. Il suo intento è giusto, difatti il portiere è spiazzato, ma la conclusione è alta. Si va ai rigori: Vadala sbaglia il secondo tentativo bianconero, la Roma è perfetta fino al quinto rigore, quello potenzialmente decisivo, che Marchizza spara a lato. Un turno di marcature a testa e la Juve sbaglia nuovamente, stavolta con Favilli: la Roma non fallisce il secondo assist juventino e, con Grossi, mette in bacheca l’ottavo successo.
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