La redazione di Football Scouting ha avuto il piacere di fare qualche domanda a Lorenzo Di Caprio, procuratore e collaboratore di FK Sport Management. Di seguito, l’intervista completa.

Un procuratore è sempre al lavoro per assicurare il meglio ai suoi assistiti, ma i periodi più intensi sono senza dubbio quelli in cui la finestra di calciomercato rimane aperta. A proposito di questo, è soddisfatto delle operazioni concluse fino ad oggi?

Sono felice delle cose fatte fino ad ora, però mi rendo conto che manca ancora molto. Quello di quest’anno è un mercato un po’ più lento rispetto al solito e fatto soprattutto di idee, considerati i relativi pochi soldi a disposizione. Io mi aspetto ancora tanto sia per quanto concerne la mia agenzia, sia a livello nazionale ed internazionale. Il prossimo mese sarà cruciale e ci saranno infinite voci e movimenti.

Football Scouting ha dato l’esclusiva del passaggio di Filippo Illipronti in prestito dalle giovanili dell’Atalanta alla Vibonese. È soddisfatto di come si è conclusa l’operazione? Che aspettative ha per la nuova avventura?

Sono molto felice di aver portato Filippo alla Vibonese, una società storica e fatta di persone per bene. Per “Filo” (ndr. Illipronti) è il posto giusto per una prima esperienza lontano da casa in cui sicuramente si gioca tanto. È un ragazzo di talento, un gran lavoratore, per cui credo e spero che riuscirà a ritagliarsi uno spazio importante durante la stagione.

La Serie D – a Suo parere – è un campionato in cui un giovane uscito dalla Primavera può effettivamente farsi le ossa per poi puntare al calcio dei grandi?

Io sono un grande fautore della Serie D come trampolino di lancio per i giovanissimi, soprattutto per chi entra nel mondo del professionismo ‘dalla porta laterale’, mettiamola così. Ci sono società più prestigiose e altre più piccoline, quindi la bravura del management in questo caso è capire qual è il contesto più giusto per ogni calciatore, in una categoria molto complicata, ma allo stesso tempo ricca di potenzialità ed opportunità.

State anche cercando una nuova sistemazione per Freddi Greco oppure rimarrà in rosa per provare a riportare il Vicenza in cadetteria?

Freddi è un profilo molto importante. Da gennaio in poi è stato uno dei protagonisti della cavalcata del Vicenza, giunta di fatto a 180 minuti di distanza dalla Serie B. Il ragazzo ha molti estimatori ma è molto legato alla società e quest’ultima non vuole assolutamente fare a meno di lui. Vedremo cosa succederà in queste settimane. Siamo in ottimi rapporti con il club e stiamo lavorando per trovare le giuste condizioni, volte soprattutto a garantire la continuità al calciatore.

Se tra tutti i Suoi assistiti dovesse indicarci un profilo su cui scommettere, su quale nome punterebbe?

Direi Philip Yeboah, un attaccante classe 2002 che abbiamo portato dall’Hellas Verona al Monopoli a titolo definitivo. Lo scorso anno, nella seconda parte del campionato, si è messo in mostra con la maglia della Lucchese ed è un ragazzo in cui credo particolarmente. Sono certo che questa potrà essere la stagione della sua consacrazione.

Un’ultima domanda prima di salutarla. Qual è il suo pensiero riguardo al periodo di magra che sta vivendo il calcio italiano, dovuto – a detta di molti – al mancato sviluppo dei giovani talenti? Perché, secondo lei, in Italia si fa fatica a lanciare i ragazzi giovani che – come spesso accade – si devono trasferire all’estero per provare a far emergere il proprio potenziale? 

Io sinceramente non credo ci sia un motivo in particolare che ha scatenato la débâcle italiana, piuttosto si tratta di una concomitanza di diversi fattori. Certo è che in Italia si fa ancora molta fatica a credere nei giovani e a rischiare su un certo tipo di profili. È sempre più diffusa questa tendenza all’esterofilia, perché si spera sempre di trovare da fuori la gemma a pochi euro, invece di sviluppare un business interno e più lungimirante.

In questo senso, l’Atalanta, rispetto alle altre, vanta un Settore Giovanile d’eccellenza che – a prescindere dal percorso dei singoli ragazzi – farà la fortuna della società perché ha un ricambio continuo e riesce a creare e a dare valore anche dal punto di vista economico al sistema che tiene in piedi il settore giovanile.