Il calcio femminile, attualmente in Italia è ancora molto sottovalutato. Negli ultimi anni il movimento è cresciuto, e si sta assistendo a una crescita di interesse anche per il movimento calcistico femminile. Il Talento che Verrà, ha avuto il piacere di intervistare Giulia e Giada Di Camillo, calciatrici del Chieti. Una bellissima chiacchierata che ci ha offerto una panoramica anche sul calcio femminile, fresco del bronzo dell’Italia ai Mondiali Under 17:

 

 

                                                                                                   

Quanto è cresciuto il calcio femminile in Italia rispetto al passato?

Giulia: “Sicuramente tantissimo rispetto al passato, considerando i mezzi che ci sono adesso, quali:  internet, l’avvento dei social network,  di stampa e radio. Anche a livello di uno  sviluppo più pratico è sicuramente migliorato tanto, sia come preparazione atletica che per  gli studi fatti su questo settore rispetto al calcio che un tempo era quasi impossibile da vedere,  un calcio meno bello poiché non esistevano i mezzi per prerarsi alle partite. Ora con allenamenti mirati, e preparatori sempre più bravi, sta tutto migliorando”.

Giada: “Dal mio punto di vista abbiamo fatto dei grandi passi avanti, prima era visto in modo abbastanza scettico da tutti,  se eri una ragazza e facevi calcio non eri molto ben vista, mentre adesso con i primi risultati a livello internazionale si sta sviluppando molto il calcio femminile in Italia, nonostante paragonato ad altre nazioni siamo ben indietro, nel senso che nelle altre nazioni il livello è quasi paragonato al calcio maschile.”

Quale potrebbe essere la squadra dove vorreste giocare dopo il Chieti, qualora vorreste cambiare squadra?

Giulia e Giada: “Avendo già giocato fuori, siamo tornate a Chieti per restare almeno fino alla promozione in A, ed una volta in A se proprio dovessi cambiare squadra mi piacerebbe giocare nel Milan o nel Brescia che attualmente è molto sviluppato in ambito femminile. In passato abbiamo  giocato nell’Ariete calcio (una squadra di Siena) in serie B per 3 anni, poi abbiamo fatto 2 anni in A2 nel Perugia oltre a delle convocazioni con la nazionale U17  e U19, dopo il Perugia siamo passate al Siena in B per 2 anni e nel 2011, avendo vinto il campionato saremmo dovute andare in A, ma quello è stato l’anno degli scandali alla Monte dei Paschi ed essendo sponsorizzare anche noi da loro ci venne tolta la sponsorizzazione e non potemmo più registrarci in A e per mancanza di fondi la squadra fallì (attualmente in serie C), così ritornammo a Chieti.”

Giada: “Abbiamo deciso di ritornare al Chieti per cercare di vincere la serie A con i nostri colori,  a me personalmente mi piacerebbe andare fuori dall’Italia, in Spagna per esempio, dove il calcio femminile è più considerato.”

Ci sono altri sport che vi attraggono o che avreste voluto praticare oltre al calcio?

Giulia: “A me piace stare con la gente, praticare sport di squadra, ma se non avessi  fatto calcio probabilmente avrei giocato a tennis.”

Giada: “Ero abbastanza portata per l’atletica, forse in un certo periodo ho anche pensato di dedicarci più tempo, ma avendo una famiglia di calciatori, con mio padre che mi ha fatto scoprire questo sport, ho sempre visto gli altri sport come un passatempo fuori dagli allenamenti a calcio.”

Quanto è importante la vostra vicinanza nei vostri successi?

Giulia: “Tanto importante, dato la diversità tra me e mia sorella: io sono più estroversa  mentre lei più introversa, diciamo che così facendo ci completiamo. Ad esempio quando siamo andate via di casa avendo lei un anno e mezzo in più rispetto a me, mi ha fatto un po’ da mamma, questo aspetto è stato importante sia dal punto di vista psicologico che dal punto di vista sportivo ed anche nella vita di tutti i giorni.”

Giada: “È fondamentale, poiché quando ti ritrovi a fare qualcosa più grande di te in due si ha una forza maggiore. Sono sempre stata sicura di avere avuto l’appoggio di Giulia anche se ero io la parte un po’ più forte e penso che è molto importante aiutarsi a vicenda nelle difficoltà.”

Quanto è importante la guida di vostro padre?

Giulia: “È stato importante per tantissime cose è difficile essere figlie ed allo stesso tempo giocatrici per noi, e per lui essere padre ed allenatore allo stesso tempo. Oltre a quello che è la serie A se non ci fosse mio padre non so quanto starei al Chieti, perché lui è più vicino al tipo di calcio che voglio fare: un calcio più tecnico. Nostro padre ci ha sempre sostenute,  quando eravamo a Perugia, dovendo finire le superiori lui ogni mercoledì e venerdì partiva da Chieti e portava me e mia sorella a Perugia per fare allenamento sacrificandosi molto, facendo quello che un genitore per una figlia che fa calcio probabilmente non avrebbero fatto.”

Giada: “Di mio padre come allenatore ho sempre avuto molta stima, l’ho sempre guardato dal di fuori e sempre ammirato, ed adesso lo sto provando anche sulla mia pelle, posso dire che è assolutamente un grandissimo allenatore. Lui all’interno della società si occupa di tutto, tiene tutto sotto controllo. Come allenatore penso che sia uno dei migliori che abbia mai avuto ma non lo dico perché è mio padre ma perché ha un modo di allenare molto equilibrato, cerca di ricoprire i suoi panni ed allo stesso tempo mettersi nei panni della squadra cercando di risolvere eventuali problemi, grazie ai suoi sacrifici abbiamo davvero capito quanto lui tiene a questo sport.”

Quale è il vostro sogno?

Giulia: “Ovviamente il mio più grande sogno è quello di vincere e partecipare ai Mondiali, ma più che sognare qualcosa, per il momento vado ad obiettivi, quindi  cerco di concentrarmi su quello che voglio fare adesso: cioè andare in serie A con il Chieti, laurearmi e poi fissarmi degli obiettivi più grandi.”

Giada: “Realizzarmi come giornalista, riuscire a crearmi una famiglia una volta raggiunta una stabilità e riuscire a coronare il sogno della serie A con il Chieti: con mio padre mister e mia sorella come compagna di squadra.”

Pensate che da divise sareste mai riuscite ad arrivare dove siete adesso? sia nel calcio che nella vita?

Giulia: “Da sola sono convinta che avrei fatto tutto quanto allo stesso modo,  sia nel calcio che negli altri ambiti è bello fare tutto insieme,  ma in futuro potrebbe esserci la possibilità di separarci.”

Giada: “Se penso al sostegno morale che mi ha dato mia sorella probabilmente non sarei riuscita a fare tutto questo completamente da sola, anche se tra le due la mamma sono stata io quando eravamo lontane da casa, nei momenti in cui ho avuto dei problemi lei mi ha sempre aiutato molto; probabilmente avrei sempre continuato a giocare a calcio, ma non ai livelli in cui mi trovo adesso.”

Avete mai pensato di affrontare un’esperienza calcistica all’estero?

Giulia: “Si ci ho pensato, poiché un’esperienza all’estero ti forma sia come persona che a livello sportivo. Mi  attira molto il campionato americano perché li il calcio femminile è più seguito ed il campionato è concentrato nei mesi estivi in cui il nostro campionato finisce e quindi sarebbe bello anche per una preparazione fisica maggiore . Come scelta di vita andrei in Spagna perché c’è un tipo di calcio che piace a me: più tecnico, bello da vedere. Mi piacerebbe molto andare all’estero per confrontarmi con un campionato e delle situazioni completamente nuove.

Giada: “Si ma quello che mi ha sempre un po’ bloccata è la mia poca conoscenza delle lingue straniere, poiché ti puoi ritrovare in un’ambiente con delle situazioni completamente diverse. Spero di andare all’estero almeno per un anno e mi piacerebbe andare in Spagna o in America perché penso che mi ci troverei bene, sia per i modo di giocare che come cultura in generale, questo per affrontare appunto come dice mia sorella una crescita sia personale che calcistica; voglio aspettare però di essere pronta anche io. Anche perché all’estero ci si sente più considerate a livello calcistico a tal punto da essere considerate delle professioniste”.