La redazione di Football Scouting ha intervistato in esclusiva Raffaella Giuliano, centrocampista della Res Roma. Una piacevole chiacchierata un cui ci ha parlato del suo presente nella Capitale, dell’esperienza fatta in America con la maglia del Seattle, di come risolvere il pregiudizio per cui il calcio sia uno sport per soli uomini, e di molto altro…
Iniziamo dal presente. Da settembre hai iniziato a giocare in serie A nella Res Roma. Come è stato l’ambientamento?
L’ambientamento è stato buono . Ho trovato un ‘ottima squadra, ottimo staff e un ottimo modo di giocare con calciatrici giovani, ma con grandi qualità atletiche e tecniche. Sono state in grado di farmi sentire a casa e di farmi sentire sin da subito parte della squadra.
Due vittorie su due partite giocate. Secondo te questa squadra dove potrà arrivare?
Io penso che la Res Roma sia la squadra più difficile da affrontare. Il nostro obiettivo però rimane la salvezza anche se credo che con l’impegno e la voglia di vincere, che stiamo dimostrando possiamo puntare anche ad un’ottima posizione di metà classifica.
La scorsa estate hai avuto l’opportunità di giocare in National Premier Soccer League, negli Stati Uniti, con la maglia del Seattle. Che tipo di esperienza è stata e quali differenze hai riscontrato con la realtà italiana?
L’esperienza a Seattle è quella che mi ha fatto crescere di più sotto tutti i punti di vista, in campo e fuori. Siamo arrivate seconde in un campionato davvero difficile e sopra noi solo il Seattle Sounders. Abituata al campionato di Serie B ho riscontrato una differenza specialmente sotto il punto di vista fisico e atletico, elementi che caratterizzano il campionato americano.
Le due passate stagioni hai giocato con il Napoli in serie B e grazie alle tue ottime prestazioni hai ottenuto anche la convocazione in Nazionale. Raccontaci come hai vissuto quel periodo.
Essere convocata in Nazionale è una delle esperienze più belle per una calciatrice specialmente per noi più piccoline che, anche se per poco tempo, abbiamo la possibilità di immergerci nel calcio vero, un pò che somiglia a quella dei nostri colleghi maschi. Per me che vengo da una squadra del Sud è una soddisfazione che vale doppio in quanto non abbiamo tutta quella visibilità e tutte quelle possibilità che meriteremmo.
Quanto ha influito il fatto che tuo padre giocasse a calcio con il ruolo di portiere nella decisione di iniziare a dare i primi calci ad un pallone?
Si ha influenzato abbastanza , ma per il semplice motivo che non è mai stato contrario, come anche mia mamma, al fatto che una ragazza potesse giocare a calcio, problema che purtroppo molte ragazzine incontrano in famiglia.
Il fenomeno del calcio femminile è in crescita e per la sua definitiva esplosione è solo una questione di tempo. Ma troppo spesso vince ancora lo stereotipo che il calcio sia uno sport per soli uomini. Secondo te, come si può eliminare una volta per tutte questa convinzione?
L’unico problema sta a capo di tutta la federazione. Basterebbe poco ad abbattere questi pregiudizi. Se le squadre professioniste maschile fossero davvero, ma dico davvero obbligate ad avere la rispettiva squadra femminile, tutta l’Italia sarebbe costretta ad adeguarsi e allo stesso tempo appassionarsi al calcio femminile similmente a quello maschile.
A quale calciatrice ti ispiri?
Diciamo che non ho una calciatrice preferita, ma mi piace molto il modo di giocare di Bartoli della Fiorentina. Senza escludere però Valeria Pirone, che ritengo una degli attaccanti più forti del campionato italiano, tanta voglia di fare e spirito di sacrificio che caratterizza proprio noi partenopei.
Oltre al calcio quali sono i tuoi hobby?
Diciamo che non ho altri hobby. Amo stare in compagnia ed essere circondata dalle persone a me care. Per ora oltre al calcio la cosa che ritengo più importante da seguire sono gli studi. Infatti, cerco sempre di trovare del tempo per studiare.
Come ti vedi tra vent’anni?
Sinceramente non ho ben chiaro cosa voglia fare. Tra 20 anni avrò 38 anni e molto probabilmente avrò smesso anche di giocare, ma spero con tutto il cuore di rimanere in un ambiente così bello come quello del calcio.
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