Lunedì scorso si è svolto il primo corso sulla Match Analysis nella sede della Facoltà di Scienze di Tor Vergata. All’evento, organizzato dall’ AIAPC (Associazione Italiana Analisti di Performance Calcio o AssoAnalisti) e dall’AIAC Lazio (Associazione Italiana Allenatori Calcio o AssoAllenatori), sono intervenuti diversi ospiti tra cui il Match Analyst, Mario Savo, presidente dell’AIAPC e vincitore, insieme al suo team, del concorso lanciato dal Manchester City di Pep Guardiola, organizzato per trovare nuovi modelli di analisi della performance calcistica del club così da migliorarne le prestazioni e garantire migliori risultati. Hanno partecipato in 30mila analisti da tutto il mondo, ma alla fine il club ha scelto il modello presentato dal team dell’ex Performance Analyst del Latina in Serie B. Savo ha anche recentemente pubblicato un libro dal titolo “La Match Analysis nel calcio. Principi teorici e risvolti operativi”.

Ad incontro finito, in esclusiva per Football Scouting, Savo si è soffermato a rispondere alle nostre domande:

Parlaci dell’esperienza che ti ha visto vincere, insieme al tuo team, il concorso lanciato dal Manchester City.

E’ stata un’esperienza fantastica, ho conosciuto alcuni dei migliori analisti attualmente in circolazione all’interno del centro sportivo di uno dei club più organizzati al mondo sotto questo punto di vista. Poi la vittoria finale è arrivata a coronamento di un grande lavoro di gruppo svolto a fianco di professionisti fantastici. Poter rappresentare insieme a loro il mio Paese all’interno di una cornice così prestigiosa è stato qualcosa che non dimenticherò mai.

Cosa manca all’Italia per raggiungere i livelli del campionato inglese per quanto riguarda la Match Analysis?

In Italia manca l’apertura culturale verso questa professione che, invece hanno in Inghilterra. In Italia, se non sei un allenatore, difficilmente riesci ad inserirti all’interno di uno staff tecnico come match analyst, infatti l’unica tipologia di analisi che viene effettuata all’interno della maggior parte dei nostri staff tecnici è la video analisi tattica. Tutta la parte riguardante invece l’analisi dati e la performance analysis vera e propria, viene quasi sempre messa in secondo piano (nella migliore delle ipotesi, se non trascurata totalmente), perché ovviamente, non vi sono le competenze giuste, in quanto un allenatore di calcio non possiede forti basi di statistica applicata, analisi dati o database management, per forza di cose. In Inghilterra e nel resto del mondo invece, i club inglobano all’interno (e l’esperienza del City lo dimostra largamente) esperti accademici, studiosi di materie analitiche. Persone decisamente competenti vengono messe a lavorare fianco a fianco con i tattici e gli allenatori, al fine di una maggiore riuscita della funzione. E’ una professione aperta a tutti, soprattutto a chi per trascorsi accademici ne è esperto, e il possesso di un patentino da allenatore non è certo una discriminante. Purtroppo nel nostro Paese, questo non accade e come in altri ambiti, servirebbe aprire un po’ la mente e capire che solo attraverso l’apertura della professione si crescerà davvero in tale direzione.

Abbiamo sentito molte testimonianze, anche da rappresentanti di altri sport. Quanto è stato importante confrontarsi anche con altre realtà? Cosa ti è rimasto di questo incontro?

Il confronto tra discipline sportive diverse è fondamentale, concede spunti di riflessione continui e permette di sviluppare percorsi di innovazione concreta. Solo tramite il confronto si progredisce. L’incontro di oggi è stato pionieristico in Italia, permettimi di ringraziare, in qualità di Presidente nazionale dell’AIAPC (Associazione Italiana Analisti di Performance Calcio), il Presidente AIAC Lazio, Prof. Sergio Roticiani, che ha creduto sin da subito nel progetto manifestando il suo favore e la sua fiducia e il suo staff eccezionale di collaboratori, il Prof. Stefano D’Ottavio, che, facendo gli onori di casa, ci ha accolto all’interno dei magnifici ambienti dell’Università di Roma Tor Vergata con grande disponibilità e lungimiranza scientifica, e poi i 2 massimi esperti di performance analysis sportiva in Italia, due ricercatori/professionisti che costituivano il vero “piatto forte” della serata: Prof. Raffaele Imbrogno (Match Analyst Nazionale Italiana di Basket) e Prof. Bruno Ruscello (Docente di Biomeccanica e Match Analysis presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, nonché Match Analyst Nazionale Italiana di Hockey su prato). Abbiamo cercato di mettere intorno ad un tavolo i massimi esperti, nella loro disciplina sportiva, nel campo della match analysis in Italia: crediamo di esserci riusciti. Ciò mi rende senz’altro molto soddisfatto. Ne usciamo con importanti punti di riflessione e driver di innovazione ben definiti. C’è moltissimo da fare ancora nel nostro Paese, soprattutto nel mondo del Calcio, ma personalmente sono fiducioso e con AIAPC continueremo senz’altro a farci portavoce di tale movimento. Questo evento è solo il punto di partenza per sviluppare un canale di dialogo sempre aperto tra le diverse discipline sportive in tale ambito scientifico.