La redazione di FootballScouting ha intervistato in esclusiva Antonio Venuto, allenatore della formazione del Due Torri (Serie D) ma con un trascorso nel professionismo con il Milazzo e con la Primavera della Reggina. Ecco l’intervista integrale.
Come giudica la stagione del Due Torri: vi aspettavate questo posizione finale?
Sinceramente il 7° posto era impensabile alla vigilia. Due Torri è una società che rappresenta una piccola realtà. È un paesino di 3500 abitanti, le risorse economiche sono limitate ma qui si può notare grande competenza, dallo staff tecnico alla dirigenza passando per i giocatori. Si è creato un gran bel gruppo ed i risultati sul campo si sono visti. Si lavora bene, si valorizza i giovani così come i tecnici. Faccio i complimenti a tutti, ad inizio anno gli esperti ci davano come candidati alla retrocessione e invece abbiamo sovvertito i pronostici. E, tra l’altro, abbiamo concluso il campionato con la miglior difesa del campionato, replicando il dato dello scorso anno. Numeri niente male.
C’è qualche rammarico nell’arco della stagione? Alla fine i playoff sono sfumati per pochi punti…
Sicuramente un po’ di rammarico c’è perché il traguardo era vicino. Nell’ultima partita di campionato, contro la Reggio Calabria abbiamo perso 1-0. Con una vittoria ci saremmo potuti qualificare ai playoff. Sono un uomo di sport e lotto per vincere, ho voluto trasmettere tanti valori ai miei giocatori durante queste stagioni. C’era tanta amarezza nello spogliatoio però ho ricordato ai ragazzi che hanno fatto un’annata straordinaria e da queste sconfitte bisogna rialzarsi e lavorare se si vuole crescere.
A proposito di Reggio Calabria, si aspettava la fine della Reggina di Foti? Come ha visto la nuova società?
Ho allenato la Primavera un anno a Reggio e mi sono trovato molto bene. Non mi aspettavo minimamente che la squadra facesse questa fine, era un gran bell’ambiente. Nella città si respirava calcio e la squadra lo notava. Tutte le ultime vicende sono per me sorprendenti ma dal punto di vista negativo. Non è una bell’immagine per la Calabria. Però se penso alla nuova Reggio Calabria, allora una speranza c’è. Hanno raggiunto i playoff nonostante una squadra creata con mesi di ritardo. Nonostante la partenza ad handicap hanno saputo risalire la china. Credo che in pochi anni tornerà a calcare i palcoscenici che le competono. A capo c’è gente organizzata e questo fa la differenza. Il futuro è roseo.
C’è qualche elemento (magari giovane) che crede possa già disimpegnarsi tra i professionisti?
Anzitutto vorrei fare una precisazione: il nostro gruppo ha un’età media di poco più di 20 anni, siamo la realtà più giovane del campionato. I nostri “over” sono tutti 25/26 anni. Abbiamo adottato questa linea e i risultati ci sono. Della rosa fanno parte molti ’95, ’96, ’97 ma anche un ’98, Roberto Marino, che quest’anno ha fatto un anno di praticantato. Altri giocatori come Ingrassia, Matinella, Tricamo, Cassaro e Giacobbe hanno già esperienze in Lega Pro: sono scesi in Lega Pro perché avevano avuto difficoltà gli anni scorsi e stanno confermando ciò che di buono avevano fatto anni fa.
C’è invece qualche giocatore sbocciato negli anni grazie ai suoi insegnamenti?
I nomi sono tanti ed è per me motivo di grande orgoglio. Penso ad esempio a Terracciano, portiere della Salernitana, che quando arrivò nella Primavera del Catania, io decisi di schierarlo in prima squadra anche se Juniores. Ed è un classe ’90. All’Hinterreggio ho allenato Paolo Carbonaro che quest’anno ha fatto 12 gol nel Venezia. Anche Bucolo, attualmente a Padova. Con la Primavera della Reggina ho allenato tanti buoni giocatori, penso a Maicon che gioca nel Livorno o Di Lorenzo al Matera. Se devo però citare due persone con cui ho legato moltissimo sono Ivan Franceschini e Salvatore “Totò” Vicari: entrambi con un grande passato tra i professionisti, entrambi grandi uomini che mi hanno spronato a fare sempre meglio e non mollare mai.
L’anno prossimo cosa intende fare? Resta al Due Torri oppure torna alla Reggio Calabria?
Sicuramente non rifiuterei una chiamata del Reggio Calabria anche se credo tra poco riprenda la nomea di Reggina. Mi trovo benissimo al Due Torri, è come una seconda famiglia che mi ha fatto crescere. Ho dato tanto alla società e viceversa. La società sa quali sono le mie intenzioni. Sono una persona molto ambiziosa ma al contempo umile, sono partito dal basso e tutto ciò che mi sono guadagnato finora in carriera è dovuto al mio lavoro, e quello di chi mi sta o stava intorno, ma senza regali.
Ha qualche rammarico per la sua carriera finora?
Non posso negare che mi sarei aspettato più considerazione ai piani alti. Qualche anno fa raggiunsi una doppia promozione con il Milazzo dall’Eccellenza alla C2 salvo fino ai playoff per la C1, salvo poi essere sconfitti dall’Avellino. In quel momento mi aspettavo qualche chiamata dalla C1/Lega Pro ma non arrivò nulla. A quel punto scelsi la panchina della Primavera della Reggina e ricominciai da capo il mio percorso. Rammarico no, però un po’ di delusione sì. E penso che sia una cosa normale visti risultati che ho raccolto.
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