In esclusiva per Football Scouting, l’ intervista a Stefano Perna, Direttore Sportivo diplomato presso la Real Federacion de Futbol Espanola, al termine di un brillante processo formativo presso FC Barcellona, e autore del libro “Euroscouting. Metodologie di selezione nel panorama calcistico europeo”

LA NASCITA DI “EUROSCOUTING”

“Il libro nasce dalla volontà di illustrare e chiarire al lettore, o a chi si avvicina a questo mondo, la diversità delle metodologie di lavoro a livello di scouting, di formazione e di gestione dei settori giovanili utilizzate nei principali contesti calcistici europei. Possiamo definirla un’ opera che analizza il fare scouting a 360°, misurando i parametri di ciascuna nazione. L’ analisi è ricaduta su realtà molto importanti come Spagna, Francia, Portogallo, Germania, Olanda e Belgio, senza dimenticare un paio di approfondimenti molto interessanti: uno sul modello tedesco, e in particolare nei confronti di club virtuosi del calibro di Borussia Dortmund, Eintracht Francoforte e Friburgo; mentre il secondo, particolarmente significativo, è quello riguardante la federazione islandese e la sua organizzazione a livello di scouting nonostante un bacino d’ utenza assai ridotto rispetto ai paesi raffrontati. All’ interno del libro troverete delle interviste realizzate ai Direttori Sportivi di molti club di rilievo, tra cui Quique Carcel (Girona), Fran Garagarza (Eibar), Thorlakur Arnason (responsabile tecnico Federazione Islandese) e Pedro Ferreira (Area Scouting Benfica), grazie alle quali è possibile tracciare un quadro generale della complessità di lavoro che si cela dietro lo scouting. Attraverso l’ esperienza diretta di questi professionisti, al confronto di tabelle e dati statistici, si possono apprezzare come queste squadre si muovano in sede di mercato e come strutturano i propri settori giovanili”

MODELLI DI SCOUTING: LE DIFFERENZE CON L’ITALIA

“Rispetto all’ Italia, negli altri paesi vige una concezione differente nel modo di operare in ambito scouting. Il paragone con il calcio spagnolo, realtà a me molto vicina e paese dove vivo attualmente, è abbastanza impietoso. La programmazione è la chiave principale per assicurare continuità e ricambio generazionale all’ interno di un club che vuole mantenersi ad alti livelli. Squadre come Girona ed Eibar, paragonabili alle nostre Frosinone e Benevento per infrastrutture, disponibilità economiche e bacino d’utenza, denotano tra loro differenze abissali. Queste società sono chiamate ad operare con un budget pressoché identico a quello delle realtà nostrane, ma fanno la differenza dal punto di vista della programmazione e del lavoro sullo scouting, raccogliendo i frutti di un lavoro seminato molto tempo prima. Basti pensare che il Girona, al primo anno in Liga, ha confermato 7/11 della squadra che ha vinto il campionato di Seconda Divisione e che ora sta ristrutturando il proprio stadio. La competenza è un altro fattore fondamentale. Lo stesso Girona ha avuto il merito di rivitalizzare un calciatore come Stuani (37 gol in 58 presenze nell’ ultimo biennio, ndr) che sembrava ormai in piena parabola discendente. Il problema italiano? Spesso all’ incompetenza si aggiunge troppa improvvisazione e una totale incapacità di ricambio, non solo per quanto concerne i calciatori ma anche per quanto riguarda gli addetti ai lavori. Un mix letale che ha aperto più di una crepa nel nostro pallone”

LA SITUAZIONE DEL CALCIO ITALIANO

“In questo momento la realtà è frazionata in tre grossi blocchi. La Juventus fa storia a sé. Poi la ristrettissima cerchia di squadre che lottano per un piazzamento in Champions League ed infine tutto il resto. A livello di scouting, due società che negli ultimi anni si sono mosse in maniera ponderata ed efficace sono la Sampdoria e la Spal. Bravissime, specialmente la Sampdoria, nel muovere in maniera oculata la rete di osservatori all’ interno del panorama europeo, che le ha permesso di acquisire calciatori di prospettiva a prezzi irrisori, valorizzandoli prima di cederli e registrando importanti plusvalenze. Su tutti Skriniar e Schick, senza dimenticare il nuovo pezzo pregiato Andersen. Questa si chiama pianificazione e deve essere strettamente connessa ad una metodologia di lavoro molto precisa e chiara. In Italia ci sono realtà che non contemplano alcun tipo di “piano B”. Vivere in una perenne condizione di “dentro o fuori” può portare a conseguenze disastrose.

COSA CERCA LO SCOUTING

“I parametri di ricerca variano a seconda della “fascia” di calciatore che si va a visionare e, eventualmente, a selezionare. Il primo aspetto che si va a valutare, ovviamente, è quello inerente al bagaglio tecnico del calciatore in questione, che comprende le seguenti qualità: tempi di gioco, lettura delle traiettorie, velocità di esecuzione e cambio di passo. Una sorta di biglietto da visita sulle capacità che il ragazzo è in grado di mostrare in campo. Le abilità calcistiche, però, non possono prescindere dall’ aspetto mentale. L’ approccio, la gestione della pressione, la mentalità sono valori di primaria importanza che completano un calciatore. Per questo motivo ritengo che ad un bagaglio tecnico importante debba per forza di cose coniugarsi un altrettanto importante bagaglio mentale”