E’ il classe ’97 con più presenze nell’Atalanta Primavera, calcia di sinistro ed il suo dribbling è micidiale. Nella stagione attuale è in prestito alla Reggina e, in riva allo Stretto, sta contribuendo alla cavalcata della squadra amaranto verso la salvezza. Stiamo parlando di Tiziano Tulissi, detto il Pocho, che si è raccontato in esclusiva ai microfoni di Football Scouting.

 

Parliamo un po’ degli inizi di carriera. Dove e con chi hai cominciato?

“Ho iniziato a giocare all’Oratorio San Martino Leffe, squadra vicino al paese in cui abito. Il mio primo allenatore, da quanto avevo 4 anni, è stato mio zio, lui mi ha fatto avvicinare al mondo del calcio. Anche mio nonno è stato un calciatore professionista. All’età di 8 anni è arrivata la chiamata dell’Atalanta, dove ho fatto tutta la trafila fino alla Primavera”.

Nella stagione 2013/14 arriva la prima chiamata in Primavera…

Si, sono stato aggregato alla formazione Primavera, dove giocavo come sotto età visto che erano tutti ’94-’95. Essendo il più piccolo di tutti, pur di giocare, mi sono adattato anche a fare il quinto di centrocampo nel 3-5-2, nonostante il mio ruolo naturale fosse trequartista o esterno d’attacco nel 4-3-3.

La stagione 2015/16 è quella della consacrazione…

Ho iniziato la stagione con la Prima Squadra, facendo i primi due mesi con loro. In seguito sono stato “prestato” alla formazione Primavera con cui ho disputato un bel campionato. È stata una stagione importante, dove ho segnato 16 goal in 21 presenze, arrivando a disputare le final-eight scudetto. Purtroppo, ai quarti di finale, siamo stati sconfitti dal Torino. Nonostante questo, è stata un’annata importante sia per me sia per il gruppo.

Dopo tre anni di Primavera, arriva la chiamata tra i Professionisti. Quali sono state le differenze che hai riscontrato?

Ci sono molte differenze tra il Campionato Primavera e la Serie C. In quest’ultima spesso il bel gioco e la qualità vengono lasciati in secondo piano. Si cercano calciatori che possano garantire più fisicità, corsa e l’esperienza. Molto squadre puntano a far giocare male l’avversario più che esprimere il proprio gioco. Nel Campionato Primavera si punta di più sul calciatore di talento, ma nonostante tutto mi sono adattato bene”.

Un pensiero sulle tue esperienze a Modena e Piacenza?

A Modena ho disputato sei mesi positivi, nonostante si trattasse della mia prima esperienza in Serie C. A gennaio sono stato ceduto al Piacenza dove, purtroppo, non è andata come speravo. Ho trovato una situazione che mi ha penalizzato essendo giovane. Mi aspettavo un trattamento diverso e non posso negare di esser rimasto molto deluso.

In estate tra le tante chiamate arriva quella della Reggina. Cosa ti ha spinto a scegliere gli amaranto?

Inizialmente ero un po’ titubante sul fatto di allontanarmi così tanto da casa per giocare in Serie C. Stavo parlando con qualche squadra di Serie B e per la Serie C, avevo intenzione di rimanere vicino casa. Quando però mi hanno parlato del progetto incentrato sui giovani, non ho potuto rifiutare una piazza storica e importante come Reggio. Credo di aver fatto la scelta giusta, ho trovato una società solida ed un ottimo staff tecnico e sanitario. A tal proposito, ci tengo a ringraziare il Dott. Favasuli per la sua bravura e disponibilità quotidiana.

Siete una squadra giovane che sta disputando un buon campionato. Quale è il vostro segreto?

Siamo un gruppo unito, peccato per quel periodo negativo perché eravamo partiti veramente bene. Anche se siamo giovani e per tanti di noi si tratti della prima esperienza tra i professionisti, stiamo facendo un ottimo campionato. Speriamo di trovare la vittoria nelle prossime gare e raggiungere al più presto l’obiettivo salvezza. Dopo vedremo cosa accadrà dato che, ci troviamo a 5 punti dai play-out e 5 punti dai play-off. Un vittoria può portarci a fare un altro campionato mentre una sconfitta può farci soffrire fino alla fine. Personalmente spero di sbloccarmi al più presto e trovare il primo goal con la maglia amaranto. Se succedesse davanti al “Granillo” pieno sarebbe perfetto.

Avendo giocato in tutti e tre, quali sono le differenze tra i tre gironi di Serie C?

Secondo me ci sono parecchie differenze.  Nel girone C, a parte le prime della classe che sono di un livello superiore, le altre giocano poco a calcio anche a causa dei terreni da gioco che sono pessimi. A parte il Granillo ultimamente, anche nell’ultimo campo dove siamo stati (Andria, ndr) era impossibile giocare. È stata una lotta più che una partita di calcio. Inoltre, nel girone C, i calciatori sono più esperti e smaliziati. Al nord invece si cerca di giocare più a calcio, sfruttando anche il vantaggio dei terreni di gioco migliori.

Ti ispiri a qualche calciatore in particolare?

Molti dicono che somiglio ad Ezequiel Lavezzi,  per questo mi chiamano Pocho, ma il calciatore a cui mi ispiro è il Papu Gomez. Essendomi allenato parecchie volte insieme, ho cercato di rubargli qualcosa. Ho osservato molto i suoi movimenti. Spero di poter arrivare al suo livello.

In futuro ti vedi protagonista con l’Atalanta?

Tornare a giocare nella squadra della mia città è il mio obiettivo e il sogno che sto cercando di realizzare. Vorrei ripercorre le orme dei vari Caldara, Conti e Gagliardini. Ho avuto varie convocazioni in prima squadra senza mai esordireSarebbe una grossa soddisfazione poter indossare la maglia dell’Atalanta in Serie A. 

A proposito dell’Atalanta, qual’è il segreto degli ottimi risultati della Dea?

Il segreto del mondo Atalanta è la grande organizzazione e la grande preparazione delle persone che ci lavorano, dai Pulcini fino alla Prima Squadra. Preparano i bambini al meglio, seguendoli in tutti i passaggi della loro crescita. Non si possono creare dei Campioni partendo dai ragazzi di 16 anni, serve lavorare da molto prima come succede a Bergamo.

Cosa ne pensi della riforma del Campionato Primavera? 

Rispetto agli anni precedenti è un grosso passo avanti perché ogni settimana ti confronti con calciatori forti. Quando giocavo io in Primavera e affrontavamo delle squadre di Serie B a cui importava poco dei settori giovanili, la differenza si notava. Erano degli allenamenti più che delle partite Il futuro credo che sia rappresentato dalle squadre B, dove ogni settimana si giocherà per un obiettivo importante e di conseguenza la competizione e il livello si alzerà. Un’altro fattore importante, secondo me, sarà vivere la quotidianità all’interno del centro sportivo della prima squadra, avere a disposizione uno staff tecnico e sanitario di una squadra di Serie A. Anche questo è fondamentale per la crescita di un giovane.

Capitolo Nazionale: nonostante gli ottimi risultati ottenuti fin’ora, con la maglia azzurra hai avuto uno scarso feeling…

Son d’accordo con te, fino all’Under 18 ho fatto tutta la trafila ma non con la continuità sperata. Per quello che dimostravo sono sempre stato convocato poco. Si può dire che il capitolo Nazionale per me e per chi mi segue, ha rappresentato sempre un’incognita.

 

Grazie a Tiziano Tulissi e alla Reggina Calcio per la disponibilità.

 

SCHEDA TIZIANO TULISSI

 

Fontee foto: Lillo D’Ascola