Mario Coppola, centrocampista classe ’90 in forza alla Pro Patria, sta sfoderando prove convincenti in quel di Busto Arsizio, sebbene la classifica della squadra sia allarmante. Ecco l’intervista concessa da Coppola in esclusiva a Football Scouting.
Ultimi in classifica a 7 punti in 17 partite: cosa non ha funzionato finora?
La classifica è preoccupante ma, proprio per questo motivo, non dobbiamo guardarla. Dobbiamo pensare partita per partita e cercare di ottenere più punti possibili già dalla prossima partita contro il Renate in casa. La squadra, ad inizio anno, non era pronta per la categoria e nel nostro girone ci sono corazzate molto forti. Con l’arrivo di mister Pala e con gli innesti di Ferri, D’Alessandro e Capua, la situazione è leggermente migliorata.
3 pareggi e 1 vittoria nelle ultime 5, infatti. Qual è stato il momento della svolta?
L’arrivo di mister Pala ha avuto un grande effetto. Ci ha impartito una mentalità diversa rispetto alle prime partite: ora siamo più accorti in campo e anche i numeri dicono che subiamo di meno. Non saremo belli da vedere ma speriamo di mantenere la sicurezza difensiva dimostrata negli ultimi match. A livello mentale siamo oggettivamente migliorati ed il merito è del mister e dello staff.
A livello personale, dal tuo arrivo 12 presenze ed 1 gol. Come giudichi la tua prima parte di stagione?
Obiettivamente sono contento del mio rendimento. Ho disputato tutte le partite dal mio arrivo alla Pro Patria tranne una per squalifica. Sono sicuro, però, di poter dare di più come anche i miei compagni. A fine anno conta solo la salvezza e, con un gran girone di ritorno, possiamo raggiungerla.
Sguardo al passato: Pomezia, Portogruaro, Sorrento ed Arezzo. Qual è il ricordo di ogni singola esperienza?
Al Pomezia è stato un anno d’ambientamento. Era la prima volta che giocavo in una prima squadra e ho patito l’emozione. Ho sofferto all’inizio ma sono uscito alla distanza. A Portogruaro sono migliorato; due stagioni ad alto livello anche grazie a due allenatori come Rastelli e Madonna ho giocato con continuità, prima del fallimento della società. A Sorrento mi sono trovato benissimo, quasi a casa per la vicinanza dal mio paese – nativo di Aversa, ndr – e per il rapporto con mister Simonelli, quasi un padre per me. Ad Arezzo ho disputato una buona stagione ma, obiettivamente, ci sono rimasto male per come ci hanno trattati: avevamo un accordo per il rinnovo di gran parte della squadra ma, alla fine, i prolungamenti furono solo due.
Prodotto delle giovanili di Bologna e Lazio, cosa ti ha spinto a scegliere Pomezia?
Gli anni a Bologna sono stati bellissimi ma allo stesso tempo crudeli: avrei dovuto fare il ritiro pre-stagione con la Prima squadra ma, una settimana prima del via, ho ricevuto una chiamata con la quale mi dicevano che non facevo parte del progetto e che ero ceduto alla Lazio. A 17/18 anni è stata una mazzata ma, con testa e grinta, ho affrontato bene la nuova sfida. Con la formazione primavera biancoceleste siamo arrivati ad un passo dalle finali Scudetto, eravamo un gruppo molto forte. A fine stagione, però, ho preferito scegliere di andare al Pomezia: a mio avviso per un giovane è meglio giocare sin da subito “in provincia”. A quel tempo c’era alla Lazio il famoso “gruppo esodati”, anche per questo ho accettato l’offerta del Pomezia per dare il via alla mia crescita professionale.
Tornando ancora più indietro, qual è stato il tuo idolo o modello?
Da piccolo stravedevo per giocatori come Del Piero, Henry e, tra quelli in attività, Pogba ma se dovessi indicare il mio modello direi senza dubbio Diego Pablo Simeone; il mix tra tecnica e grinta in lui era qualcosa di inspiegabile.
In scadenza a Giugno, stai valutando offerte o pensi di rimanere alla Pro Patria?
Sì, il mio contratto scade a Giugno 2016 ma qualche indicazione per il futuro ce l’ho: ho avuto la conferma dal presidente e direttore sportivo che, in caso di salvezza, non ci saranno intoppi per il rinnovo di contratto. Sono persone speciali e, cosa non da tutti, di parola. Quindi, per il momento, sono concentrato sulla Pro Patria e specialmente sulla partita con il Renate di domenica prossima per cercare di rosicchiare punti alle nostre rivali in classifica. Solo una volta finito il campionato, si traccerà un bilancio.
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