Giuseppe Granara è un giocatore classe ’97, che nell’ultima stagione ha militato in Serie D. Per lui avventure con Belluno e Arma Argentina. Arriva dal Cagliari, dove è stato capitano della formazione Primavera. Nei prossimi mesi si trasferirà all’estero per continuare a giocare. Footballscouting.it lo ha intervistato in esclusiva.

Partiamo dalla fine, dalle ultime due esperienze con Belluno e Arma Argentina. Come ti sei trovato?

Sono state due esperienze abbastanza diverse. A Belluno ho iniziato con un gruppo unito già da anni. Mi sono inserito bene e ho trovato i miei spazi. Poi a dicembre, per scelta societaria, me ne sono dovuto andare. Dato che avevo già deciso di partire a fine stagione ho cercato una squadra almeno per non rimanere fermo. E’ capitata quest’occasione con l’Arma Argentina, ma qui il sistema di gioco non prevedeva il mio utilizzo.

Pensi che il tuo addio al Belluno abbia avuto a che fare con l’episodio di razzismo nei tuoi confronti (frasi razziste pronunciate dai tifosi dell’Union Feltre ndr)?

Sinceramente penso che il mio addio non c’entri nulla con questo episodio. Non so nemmeno io i motivi per i quali ho dovuto lasciare la squadra, ma quella è una storia vecchia e riguardava solamente me. Avevo già detto la mia, spiegando che mi sembrava assurdo sentire ancora certe frasi nel 2016.

Passiamo alla tua esperienza al Cagliari, cosa ne pensi? Come ti sei trovato?

Io sono nato a Cagliari, i miei abitano in una via del centro. Sono rossoblu fin da bambino e fare 9 anni con questa società per me è stata la cosa più bella di sempre. Sarei rimasto vent’anni se fosse stato per me. Mi dispiace che di quella formazione Primavera nessuno abbia avuto la possibilità di arrivare in Prima squadra, a parte Barella che è davvero un fenomeno. Peccato perchè avevamo raggiunto i play-off dopo tanti anni. Ma credo che il problema non sia del Cagliari, bensì del sistema calcio che non aiuta l’inserimento dei giocatori nelle prime squadre. Sono da sempre a favore delle seconde squadre infatti.

Visto che abbiamo parlato di Primavera e Serie D, consiglieresti a un giovane calciatore di fare un’esperienza nei Dilettanti?

In Serie D conta di più il valore individuale, però ha un sistema che dà spazio ai giovani e questa cosa è positiva. E’ sicuramente un campionato diverso dalla Primavera, dove invece si gioca più di squadra e si lavora molto dal punto di vista tattico. Io non so se preferirei fare anni D o Primavera, non ho avuto abbastanza esperienza, ma la Primavera credo che possa essere più formativa.

Cosa ne pensi della riforma che investirà proprio il Campionato Primavera?

Penso che l’idea di fondo sia valida, l’unico problema è che una squadra che conquista una categoria dipende comunque dai risultati della formazione di un anno superiore e l’anno seguente potrebbe dover ripartire da zero. Ma credo sia un problema di difficile soluzione.

Progetti per il futuro?

Ad Agosto partirò per gli Stati Uniti e andrò a studiare in College. Come tanti ragazzi della mia età oltre al calcio ho intrapreso un percorso di studi dopo la maturità, ma far conciliare pallone ed esami è davvero difficile. Ci sono periodi in cui non si riesce a star dietro agli studi. Così di comune accordo con la mia famiglia ho pensato di tentare un’esperienza all’estero. Andrò all’Università dell’Oklahoma, la cui squadra di calcio milita nella Prima Divisione della NCAA ( National Collegiate Athletic Association). Il calcio sarà per me un mezzo per continuare a studiare, anche dal punto di vista economico. Ovviamente se arrivassero offerte dal calcio professionistico, anche da quello statunitense, ci penserei seriamente. Non mi pongo obiettivi, spero di ambientarmi in fretta e fare bene.m Parto per studiare e giocare a calcio, una delle cose che amo di più.

Ringraziamo Giuseppe Granara per la disponibilità e gli facciamo un grande in bocca al lupo per la sua esperienza oltreconfine.