Intervistato in esclusiva da FootballScouting.it, Francesco Salandria, giovane centrocampista della Reggina autore di un’ottima stagione in Lega Pro quest’anno, ha risposto ad alcune domande riguardanti la propria maturazione e il difficile percorso che ha portato la Reggina ad ottenere una miracolosa salvezza contro i rivali di sempre del Messina.

30 maggio 2015, quando l’arbitro ha fischiato la fine dello spareggio tu sei sembrato essere il più esaltato dell’intero gruppo, lanciandoti letteralmente tra le braccia dei festanti tifosi amaranto. Cos’ha significato per te raggiungere l’obiettivo stagionale proprio in un derby?

“Ricorderò il 30 maggio 2015 come la mia prima vera battaglia vinta. Il fatto di essere andati incontro a mille problemi ed essere sulla carta retrocessi già ai primi di Aprile ha reso queste salvezza, a mio avviso, ancora più meritata. Tutti i miei compagni erano felici del risultato ma certo per me è stato qualcosa di diverso: io sono un figlio del Sant’Agata essendo nato calcisticamente lì sin dall’età dei 12 anni. Sognavo di giocare al Granillo ed, in tutti questi anni, il colore amaranto mi è entrato nelle vene e nel cuore e anche se il mio futuro dovesse essere un giorno lontano da Reggio Calabria resterò per sempre legato a questi colori ma sopratutto ai tifosi perché mi hanno sempre trasmesso una carica eccezionale anche quando tutti ci davano per spacciati.
Forse ho sentito questa partita più degli altri perché sono calabrese, cosentino di nascita ma reggino doc, e perche questa partita l’ho giocata con il cuore ed il sangue agli occhi. Questa salvezza è dedicata alla dirigenza e sopratutto al popolo amaranto ( tifosi eccezionali )”

Quant’ è importante per la crescita di un calciatore, militare nel campionato di Lega Pro?

“Ritengo sia importantissima perché ti confronti con gente di categoria, calciatori che ti fanno maturare e che ti insegnano a vivere nello spogliatoio e ti aiutano a diventare uomo. Nel mio caso credo sia stato importante condividere giorni con gente che ha indossato le varie maglie di Inter, Juve, Napoli ecc .,quindi un ringraziamento va anche a loro e a tutti i miei compagni di squadra che hanno fatto si che le mie qualità emergessero”.

Si dice che un paio di squadre di Serie B siano interessate ad acquistarti. Potresti dirci quali contatti hai avuto e con chi? Che effetto ti fanno questo genere di voci?

“Sono molto felice che squadre di categoria superiore siano interessate. Quindi è un motivo di orgoglio per la mia crescita professionale. Ovviamente punto al salto di qualità, come ogni calciatore spera, ma nel caso dovesse rimanere a Reggio sarei onorato di continuare ad indossare questa meravigliosa maglia e dare tante soddisfazioni al popolo amaranto”.

Durante la stagione hai giocato in molti ruoli, quale preferisci?

“Credo che a 19 anni la voglia di giocare e mettersi in mostra è talmente forte che pur di giocare avrei svolto qualunque ruolo. Nasco da mediano basso ma riesco a ricoprire bene tutti gli altri ruoli del centrocampo”.

A quale calciatore ti ispiri quando scendi in campo?

“Facendo lo stesso ruolo mi ispiro a De Rossi, perché mi piace molto la sua cattiveria agonistica, il suo raddoppio sui giocatori avversari e la sua voglia di aiutare i compagni”.

Recentemente Di Michele ti ha menzionato come uno dei talenti più promettenti dell’attuale rosa amaranto, credi che questa stagione ti abbia permesso di crescere dal punto di vista tecnico? E quanto l’uomo Salandria è cresciuto al termine di questa annata?

“Ricevere un elogio da un campione come David Di Michele è stata una grande soddisfazione. Conoscerlo, allenarmi e sopratutto giocare con lui mi ha aiutato a crescere professionalmente e caratterialmente, mi ha fatto maturare ed ogni parola spesa da lui o dai veterani come Cirillo Belardi o Aronica rimarranno come un tesoro nella mia mente. Ritengo che questa annata cosi difficile sotto tutti i punti di vista, compreso il cambio continuo di allenatori, mi abbia in un certo senso fatto maturare più velocemente”.

Il gruppo ad un certo punto della stagione sembrava essere prossimo alla rottura totale, perché?

“Il gruppo si stava disunendo per la mancanza di risultati positivi e credo che l’arrivo dei senatori e il reintegro di Di Michele sia servito per ricompattare il gruppo”.

Con l’arrivo di Giacomo Tedesco lo spogliatoio si è letteralmente ricompattato inanellando una serie di risultati positivi che poi hanno portato alla tanto agognata salvezza. Credi che se Tedesco fosse arrivato prima a sedersi sulla panchina amaranto si sarebbero addirittura potuti evitare i playoff?

“Con l’arrivo di mister Tedesco è ritornato l’entusiasmo nello spogliatoio, la voglia di lavorare, lottare e scherzare. Il carattere estroverso del mister ci ha aiutato ad affrontare le partite con il sorriso e la serenità, infatti non è una caso che abbiamo vinto 4 partite consecutive. Credo che molto probabilmente un arrivo anticipato ci avesse permesso di ottenere la salvezza diretta”.

Qual’è il tuo parere riguardo l’ormai prossima cessione della società alla cordata australiana? Credi che una dirigenza nuova e, di conseguenza nuovi obiettivi, potrebbero influenzare la tua scelta di restare o meno a Reggio?

“Credo che il passaggio di società alla cordata australiana possa portare nuova linfa vitale alla Reggina calcio e permettere al presidente Foti di affrontare il prossimo campionato con maggiore serenità e senza ii tanti problemi susseguitisi quest’anno”.

 

 

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