Se c’è una società che tra i dilettanti sta facendo parlare di se, è senza dubbio l’Unione Sanremo. Conosciuta da tutti come Sanremese, l’Unione Sanremo è sbarcata quest’anno in Serie D e nonostante sia una neopromossa è li, a pochi passi dalla vetta. Una storia travagliata quella della Sanremese, che nel suo passato remoto collezionava ottimi piazzamenti addirittura in Serie B. Una società che è sempre stata protagonista nel calcio professionistico, ma che ha fatto parlare di se anche per tristi vicende. Fallimenti, ripescaggi e di nuovo fallimenti.

Qualche anno in basse categorie fino a quando una nuova società ha deciso di mettersi al lavoro per riportare questo magico club dove merita, in vetta al calcio dilettantistico, con il professionismo nel mirino. Il primo tifoso della Sanremese, il presidente Renato Bersano, ha deciso di aprirsi ai nostri microfoni, raccontandoci un po’ la sua Sanremese. Anzi, la Sanremese dei tifosi. Infatti é proprio con queste parole che il presidente ha descritto lo storico team matuziano, perchè la “Sanre” è un bene di tutti.

Andiamo a leggere le dichiarazioni che il presidente Bersano ha rilasciato ai nostri microfoni:

Cosa l’ha spinta ad entrare nel calcio ponentino e quali obiettivi vi ponete come società?

Nell’estate 2013 sono entrato nel mondo del calcio rilevando la Carlin’s Boys, nonostante abbia per 10 anni sponsorizzato il calcio giovanile proprio di quest’ultima società.Sia come persona fisica e giuridica abbiamo sempre sponsorizzato società sportive, non solo di calcio ma anche di altri sport. Tutto ciò perchè riteniamo sia fondamentale cercare di garantire a tutti i ragazzi la partecipazione ad una scuola sportiva che sia orientata prevalentemente all’educazione e all’etica comportamentale nei confronti dei compagni e  degli avversari. Da qui in poi è nato l’ amore, perchè quando sei circondato da bambini non puoi fare a meno di emozionarti, tanto che tutto ciò mi ha spinto ad addentrarmi nella gestione organizzativa, rilevando la gestione della prima squadra della Carlin’s Boys.Con questa società siamo saliti dalla promozione all’Eccellenza nella stagione 2014/15, decidendo poi di trasformare questa storica società nell’ancor più storica Sanremese. Con il cambio di nome si è creato un entusiasmo che a Sanremo era morto ormai da parecchi anni, così con le nostre possibilità abbiamo deciso di affrontare un campionato di eccellenza di alto livello che è culminato con la vittoria della Coppa Italia dilettanti e la conseguente promozione in Serie D.

Data l’ottima classifica, dove può arrivare la Sanremese?

Come dimostra la classifica è un campionato è equilibratissimo, ci sono squadre esperte con calciatori che giocano insieme da anni, bastano 2 sconfitte per cancellare tutto ciò che abbiamo fatto di buono, perchè ci sono 7-8 squadre nel giro di una decina di punti. Noi abbiamo cercato di creare una squadra competitiva per poter affrontare un campionato di ottimo livello. Poi è ovvio che vincere piace a tutti ma bisogna rimanere concentrati e soprattutto con i piedi per terra.

Qual’ è la rivale che teme di più?

Penso che il Gavorrano e la Massese si rinforzeranno parecchio, come l’ Argentina ma bisogna stare attenti al Savona che viene dalla Lega Pro. Penso che queste 4 squadre saranno alla lunga le più pericolose, ma noi dobbiamo guardare partita dopo partita, senza porci troppi problemi sugli avversari.

La Sanremese si rinforzerà durante il mercato? Con un occhio particolare all’attacco?

Stiamo valutando soprattutto le condizioni di Cavoni, il nostro centravanti che purtroppo ha subito un infortunio grave. Speriamo di riaverlo con noi nel giro di due mesi, ma non posso escluderti che nel frattempo stiamo valutando alcuni calciatori sul mercato. Sicuramente qualche acquisto lo faremo.

Dato l’ottimo lavoro svolto, avete un obiettivo preciso? C’è una categoria a cui ambite particolarmente?

Dobbiamo fare una cosa alla volta, solo così possiamo toglierci grandi soddisfazioni, è inutile fare voli pindarici e illudere i tifosi, dobbiamo considerare il lato sportivo e quello bilancistico che devono viaggiare di pari passo. Non possiamo permetterci di fare auto proclamazioni, per poi fallire e sparire di nuovo. La Sanremese è un bene di tutti, della città e dei Sanremesi, è una società destinata a crescere ma passo dopo passo, in un progetto si ambizioso, ma senza prometterci nulla. Non vogliamo ritrovarci, come in passato, a ripartire dalla seconda categoria.

Da esperto di calcio giovanile, vede a Sanremo un possibile Sturaro 2.0?

Ci sono diversi calciatori che hanno ottime qualità tecniche, tattiche e soprattutto di testa, però sono ancora molto giovani e ad oggi è ancora un po’ prematuro fare previsioni di questo tipo. Sicuramente ci sono giovani dalle qualità importanti, ma dovranno avere soprattutto la testa, la tenacia e la voglia di arrivare ad alti livelli, proprio come ha fatto Stefano Sturaro. Sicuramente non basta avere piedi buoni, bisogna avere tanto cervello. E attraverso i nostri mister, cerchiamo di inculcare questa mentalità e questo spirito di sacrificio a tutti i nostri ragazzi.

Un giovane di cui si parla tanto è Filippo Scalzi, cosa ci può dire lui?

Scalzi è un ragazzo a cui sono molto legato, lo conosco fin da quando era bambino e le sue qualità tecniche non sono in discussione.Ha una classe sopraffina, è un ragazzo splendido, ma è anche un ragazzo che va aiutato, deve sacrificarsi perchè se lui trova dentro se stesso quella determinazione e quello spirito di sacrificio che ha fatto vedere in alcune occasioni potrebbe veramente avere grosse possibilità. Tanto dipenderà da lui.Ha fatto molto bene l’anno scorso e anche in questa stagione ha risposto presente ogni volta che è stato chiamato in causa, però è un classe ’97 e non bisogna fargli credere che è un fenomeno e che non deve sacrificarsi, perchè poi rischia di non riuscire a reggere tale peso. Ha bisogno di chiudersi in se stesso e rimanere sempre concentrato sugli allenamenti e le partite, senza ascoltare le troppe voci che gli vengono continuamente accostate. Deve lavorare meno con i piedi, perchè le sue qualità tecniche non sono in discussione, ma più con la testa.

Ha ricevuto offerte o apprezzamenti per lui?

Si, in molti ci chiamano chiedendo di lui, ma ripeto, è un ragazzo d’oro che non va montato ma va fatto rimanere con i piedi per terra. Questa è la giusta dimensione in cui può crescere e far parlare di se, se vuole ambire ad un grandissimo futuro.

Un altro giovane che le piace?

Mi piace molto Matteo Martelli, ha grande spirito di sacrificio e negli ultimi anni ha fatto progressi enormi. Ha ottime qualità e attraverso il lavoro e la tenacia anche lui, come Scalzi, potrebbe togliersi grandi soddisfazioni.