Daniele Donnarumma, giovane terzino classe 1992 della Cavese ma in scadenza di contratto, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a FootballScouting in merito al suo futuro, senza disdegnare un commento sulla stagione da poco archiviata e sulla sua esperienza, partita dalle giovanili del Napoli.
Come giudichi la tua stagione e quella della squadra? Promosso o bocciato?
Personalmente mi attribuisco un 6,5. La Serie D non è una categoria così facile come sembra e, non avendo fatto la preparazione, all’inizio ne ho risentito un po’. Ho firmato a Novembre e da lì, con il passare delle settimane, sono cresciuto in autostima e rendimento. Alla squadra do un 7 perché, alla fine, abbiamo vinto i playoff, ma sicuramente potevamo fare qualcosa in più.
C’è qualche rimpianto nella stagione regolare? Qualche punto perso qua e là evitabile…
Sicuramente, il doppio passo falso con Rende e Marsala alla quintultima e quartultima ci ha di fatto cancellato ogni sogno di gloria. Peccato perché potevamo andare in Lega Pro direttamente come prima del girone ma c’è da dire che il Siracusa ha dimostrato di meritare il primato. I rimpianti ci sono ma non possiamo cancellare un’annata positiva per dei passi falsi.
Gol decisivo contro la Frattese nella finale dei playoff: parte del successo finale lo consideri tuo?
Il gol è stata un’emozione grandissima, soprattutto per il momento e la partita in sé. Il merito lo condivido volentieri con tutta la squadra, i miei compagni, lo staff e i tifosi che ci hanno sempre supportato anche nei momenti difficili. Ora, avendo vinto i playoff del girone, possiamo sperare in un ripescaggio in Lega Pro e, analizzando la stagione fatta, forse ce lo meriteremmo davvero. Però aspettiamo le sentenze prima di dare giudizi.
Il tuo contratto scade il 30 Giugno: hai già parlato con la Cavese? Preferenze?
Sinceramente ho avuto contatti con la dirigenza settimane fa ma di offerte ufficiali non ne ho ricevute. Mi piacerebbe molto restare a Cava de’ Tirreni, l’ambiente è fantastico, la gente è ‘caldissima’ e ti fa sentire ‘a casa’. Io e il mio agente valuteremo ogni destinazione possibile. Il mio obiettivo però è quello di tornare in Lega Pro però staremo a vedere.
Se arrivasse un’offerta dall’estero, la prenderesti in considerazione?
Sì. Ho sempre sognato di giocare all’estero e, se dovesse arrivare a me o al mio agente un’offerta valida la prenderemmo in considerazione. Nelle prossime settimane spero di trovare una soluzione, il 30 Giugno sarò svincolato ma spero di arrivare ad un accordo, magari ancora con la Cavese, anche per la prossima stagione.
Nonostante i 24 anni, hai già alle spalle tanta gavetta: qual è stato il momento top della tua carriera finora?
L’esordio in Serie B con la Nocerina e la convocazione nella nazionale Under 20, è stato un anno davvero molto soddisfacente dal mio punto di vista e speravo di poter continuare su quel trend. Mi sono trovato benissimo anche a Como, sia con i tifosi che con lo staff.
E i momenti più duri? Ci sono scelte che, col senno di poi, non avresti preso?
Non è mai bello pensare al passato cercando di modificarlo ma, sinceramente, un paio di scelte errate o momenti difficili li ho incontrati nel mio percorso di crescita: la retrocessione con il Messina lo scorso anno mi ha fatto rimanere male. Una scelta che magari non rifarei sarebbe quella di Carpi dopo Nocera: in quella seconda metà di stagione ho giocato pochissimo. Era la mia prima esperienza ‘solitaria’ o quasi ma, a livello umano, è stata davvero costruttiva.
Tu, Tutino, Fornito, De Vena e tanti altri: i prodotti delle giovanili del Napoli, eccezion fatta per Insigne, hanno faticato a dimostrare il loro vero valore: colpa dei giocatori, della società o di altri fattori?
A mio avviso la colpa maggiore è del giocatore perché è lui che scende in campo la Domenica. È anche vero che il settore giovanile del Napoli non era fiorente ed attrezzato come lo è oggi: eravamo nei primi anni dopo il fallimento e, inevitabilmente, gli investimenti sui giovani non erano così massicci come oggi. Con questo non giustifico le difficoltà mie e di altri coetanei e compagni al Napoli Primavera. A Napoli mi sono trovato benissimo e mi sento quasi quotidianamente con l’allenatore della Berretti Felice Mollo. Certo è che se ci fossero state le squadre B o comunque dirigenti che avessero seguito da vicino le nostre vicende, magari le nostre carriere avrebbero preso strade diverse. Non ho nessun rimpianto, vado avanti felice e fiducioso di poter dare ancora tanto sui campi di calcio.
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