di Interyouth.it

Il protagonista della puntata di questa settimana di Let Me Introduce, il programma di Inter TV dedicato al settore giovanile, è Thomas Schirò, centrocampista classe ’00 della Primavera nerazzurra.

“Sono un mediano, gioco davanti alla difesa, mi piace impostare l’azione e mandare in porta i miei compagni. Devo far girare la squadra e aiutarla a giocare bene in ogni occasione. A chi mi ispiro? A Busquets e Pogba, mentre nell’Inter mi piace molto Borja Valero. Ho iniziato a giocare a calcio in una piccola società di Novara, poi dopo 4 anni sono passato proprio nella prima squadra della città e dopo altri 4 anni è arrivata la chiamata dell’Inter, una grande emozione per me che ormai sono alla quinta stagione in nerazzurro. Giocare in questa squadra vuol dire avere grandi responsabilità, tutti si aspettano sempre tanto da te e questo è bello perché ti aiuta a crescere più in fretta. I ritmi in Primavera sono alti, il gruppo è forte e siamo molto uniti dentro e fuori dal campo, e questo ci porta a toglierci molte soddisfazioni. La Youth League? Ho segnato il primo gol in Primavera proprio in quella competizione, contro l’Esbjerg. Siamo usciti a testa alta. Non tutti hanno la fortuna di poter giocare nell’Inter e nella Nazionale Italiana, per questo sono molto felice e ogni giorno cerco di dare il massimo per continuare a farlo.”

“Thomas ha la capacità e le qualità per giocare in ogni ruolo del centrocampo, ha buona corsa e buone doti fisiche”conferma il suo allenatore, Stefano Vecchi“È un ’00 ma gioca in Primavera, si può dire che stia bruciando le tappe, ma questa per lui è una stagione di crescita, mentre la prossima dev’essere quella della consacrazione. Caratterialmente è un ragazzo positivo, sempre sorridente, molto positivo. In generale ha tutto quello che serve per fare il calciatore professionista.”

“È un giocatore molto tecnico, il cervello della squadra” continua il suo compagno di squadra e grande amico, Nicholas RizzoIn cosa può migliorare? Nel colpo di testa e nella continuità. Ha una grande visione di gioco, ma oltre a questo è molto maturo, in campo si comporta da capitano. Per me è come un fratello, anche se è un po’ permaloso e lo prendo spesso in giro, ma a parte quello è adorabile. Siamo molto legati, abbiamo deciso di stare in camera insieme fin dall’inizio dell’anno. Mi dà grande sostegno, se affronto un periodo difficile lui mi tira su.”

Thomas è un ragazzo eccezionale, ha grande maturità nonostante la giovane età e questa si vede anche in partita. È un profilo molto interessante, deve solo mettere su un po’ di fisico. Deve credere di più in se stesso, a volte se commette un errore si blocca, ma migliorerà sotto questo aspetto. Può alzare ancora l’asticella anche a livello caratteriale e poi la sua grande intelligenza e le sue qualità tecniche verranno sicuramente valorizzate” conclude l’allenatore dell’U17 A e B, Andrea Zanchetta.

LA FAMIGLIA

“Mio padre è di Rionero in Vulture, mia madre è nata in Francia ma è originaria della Guadalupe, nei Caraibi. La fortuna ha voluto che si incontrassero a Novara tramite amici e dalla loro unione siamo nati io e mia sorella Charlotte, di 3 anni più grande di me, che gioca a pallavolo nella Serie A francese dove studia anche all’università” continua Schirò. “I miei genitori mi hanno sempre spinto verso altri sport, ma a mia sorella piaceva il calcio e mi ha indirizzato verso questo mondo. Io e lei siamo molto legati nonostante la distanza, ci sentiamo spesso. Da quest’anno poi abito al residence con i miei compagni e sono in camera con Rizzo, un grande amico. Grazie ai miei genitori parlo due lingue e ho la doppia cittadinanza, ma ho scelto di giocare per la Nazionale Italiana, anche perché sono nato il 25 aprile”, scherza.

“Non perché è mio fratello, ma è davvero perfetto” dice sua sorella Charlotte“si comporta quasi come se fosse il fratello maggiore. E adesso che siamo lontani il rapporto si è molto rafforzato. Da piccola ero un maschiaccio e ci giocavamo sempre insieme. Ci supportiamo quando non stiamo bene fisicamente, ho sempre cercato di dargli il buon esempio.”

“Thomas è un ragazzo socievole, educato e rispettoso” racconta la mamma, Sandra, “praticamente il figlio perfetto. Ha dei grandi valori, sa dove può arrivare e quando si impegna in qualcosa arriva fino in fondo. Non sono una grande appassionata di calcio, ma Thomas ha iniziato a giocare a calcio quasi prima di imparare a camminare, segno di una passione incredibile a cui proprio non potevamo opporci. Abbiamo sempre provato a fargli capire che lo sport doveva essere un divertimento e che la scuola è la priorità, e per fortuna lui l’ha capito. Il mio augurio è che sia felice nella vita, a prescindere da quello che sarà il suo percorso.”

“All’inizio eravamo un po’ reticenti”, conferma suo padre, Gennaro“poi però con il passaggio in società più importanti abbiamo capito che era la strada giusta per lui. La vita di spogliatoio gli è servita molto, si è fatto nuovi amici, si sente con quelli che magari hanno cambiato squadra. L’Inter ha sicuramente aperto la via per la sua crescita personale, ma il punto di riferimento deve essere quello di crescere culturalmente, anche perché la vita dell’atleta non è infinita e quando si smette di giocare ne inizia un’altra.”