Nella sconfitta di ieri sono stati tanti i giocatori della Fiorentina che hanno giocato una grande partita, uno su tutti Marcos Alonso. Durante la partita è stato anche Daniele Adani di Sky, uno dei migliori commentatori italiani al momento, ad incorniciare la prestazione dell’esterno l’esterno spagnolo: “Alonso  è stanchissimo, ha corso tantissimo, ma sta giocando una partita super, di grande qualità. Per 15 minuti ha quasi camminato per poi trovare la forza nonostante la stanchezza di effettuare un cross preciso. E’ un moto perpetuo” ha detto l’ex di Inter ed Empoli.

Ma chi è questo Marcos Alonso che ha stregato Paulo Sousa e tolto la fascia sinistra dello schieramento della Fiorentina all’ormai ex capitano, e difensore della nazionale, Pasqual?

Nato il 28 dicembre del 1990 a Madrid Marcos Alonso è cresciuto nelle giovanili proprio dei Blancos, dove è rimasto fino al 2010, giocando soprattutto con il Castilla, realizzando però il sogno anche di esordire con le Merengues, anche se per un solo minuto, nella vittoria contro il Racing Santander del 4 aprile 2010. Nell’estate del 2010 passa quindi per 2,40 milioni al Bolton, trovando spazio in prima squadra soprattutto in League e FA Cup. In Premier infatti disputa solo 4 partite, lo stesso numero di match con la squadra riserve. Al termine della stagione quindi il tabellino delle presenze recita solo 13 presenze per un totale di 1082′. La dirigenza Trotters però crede in Alonso, ma lo spagnolo incappa in una stagione sfortunata. Sono due infatti gli infortuni importanti  nel 2011/2012 che tengono fuori l’esterno sinistro per un totale di 7 mesi. Una gioia però, nelle 5 apparizioni in Premier, c’è: il 31 marzo 2012 sigla la rete decisiva nel 3-2 dei Wanderers contro il Wolverhampton. Il Bolton però incappa anch’esso in una stagione, l’ennesima, negativa e retrocede in Championship per la sfortuna dei tifosi. Non tanto per Alonso che nella stagione 2012/2013 trova continuità e fiducia diventando un titolare della difesa giocando 26 partite nella B inglese, segnando anche 4 reti e distribuendo 2 assist.

Le ottime prestazioni del nativo di Madrid convincono i Della Valle ad ingaggiarlo a costo 0. L’approccio alla Serie A però non è dei migliori. Dopo l’esordio di 14 minuti nella prima giornata del campionato 2013/2014 contro il Catania, Alonso viene utilizzato solo in Europa League da Vincenzo Montella che lo fa scendere in campo solo in altre due occasioni in campionato. Troppo diverso il calcio inglese, e anche quello spagnolo, da quello italiano per il classe ’90, a cui dobbiamo aggiungere un Pasqual in formissima e un sistema di gioco che non premia la corsa di Alonso. Per questi motivi il giocatore, di comune accordo con la società, torna in Premier, al Sunderland questa volta, in presto gratuito fino al termine della stagione. Qui Alonso ritorna ad essere il giocatore che conoscevano tutti prendendosi di forza la fascia sinistra dei Black Cats, con cui gioca 16 partite di campionato, tutte da titolare.

Terminato il prestito la Fiorentina gli concede una seconda chanches. Alonso questa volta si dimostra un giocatore nuovo e per tutta la prima parte di stagione è il titolare di Montella sulla fascia sinistra della retroguardia e del centrocampo, con qualche escursione anche come difensore centrale. Il ritorno di Pasqual a livelli di forma ottimali però riporta l’ex Bolton a sedersi molto spesso in panchina. L’unica consolazione di questa seconda parte di stagione è la prima rete in A contro il Palermo nella penultima giornata.

L’arrivo di Paulo Sousa da nuova linfa però a Marcos Alonso che, complice anche un nuovo modo di giocare della Fiorentina, diventa l’uomo insostituibile della metà campo viola. Corsa, forza fisica, inserimenti puntuali e coperture difensive ottime. Sono queste le caratteristiche che incantano Paulo Sousa e la tifoseria toscana, di cui Alonso diventa idolo e che ripaga con il primo gol stagionale dei suoi con una perla su punizione contro il Milan. La giornata seguente lo spagnolo si ripete con un bel gol nella sconfitta per 3-1 contro il Torino. Ma quello che vedono tutti è un giocatore finalmente maturo e adattato al nostro calcio. Il tecnico portoghese non vuole fargli perdere neanche un minuto e la Fiorentina disputa il miglior inizio di stagione da anni, pensando addirittura, complice le difficoltà iniziali della Juventus, di vincere il campionato. Non che sia Alonso l’ago della bilancia, ma quando lui non gira è tutta la squadra a non farlo. Ne è chiaro esempio il momento opaco, tra gennaio a metà marzo circa, in cui incappa la Fiorentina. L’esterno spagnolo sembra stanco e fuori forma e i viola non girano. Certamente anche Kalinic che non segna è un altro motivo degli scarsi risultati, ma Alonso è fondamentale nelle gerarchie a questo punto ed è chiaro a tutti.

Anche i Della Valle si sono accorti della crescita esponenziale di Marcos Alonso e a gennaio gli prolungano il contratto fino al giugno 2021. Difensore, centrocampista o attaccante non fa differenza, lo spagnolo sta diventando uno dei migliori esterni del nostro campionato. Per ora la chiamata dalla nazionale non è ancora arrivata, ma se l’esterno continuerà a questi livelli è possibile immaginarlo al prossimo Mondiale di Russia nel 2018.