Dopo essere diventato il più giovane giocatore ad indossare la fascia di capitano del Partizan Belgrado, Andrija Zivkovic è diventato di troppo per il suo club.

Alcuni giorni fa l’esterno offensivo classe ’96 è stato messo fuori rosa per i continui rifiuti a rinnovare il contratto in scadenza a giugno 2016. L’inizio della querelle tra Zivkovic ed il Partizan risale al 25 gennaio quando il padre di Andrija, Jovica, ha bloccato il trasferimento del figlio al Real Madrid per 15 milioni. La motivazione del gesto è semplice ed è stata spigata proprio da Zivkovic padre in una lettera in cui affermava di aver rifiutato la proposta del Real perché la carriera di suo figlio sarebbe stata distrutta per soldi, visto che i Blancos lo avrebbero trattato come un giocattolo e spedito in un altro club.

Il Partizan decise così di escludere Zivkovic dalla prima squadra, concedendogli solamente di farlo allenare con la Primavera. Il motivo del mancato rinnovo, e dalla nuova esclusione del ragazzo, è stato spiegato nuovamente da Jovica, il quale ha affermato che suo figlio non firmerà una nuova estensione contrattuale fino a quando i diritti economici saranno detenuti anche da una terza parte, l’Apoel Limassol di proprietà dell’agente Pini Zahavi e di cui il giocatore e la famiglia erano allo scuro.

Il Partizan però continua a spingere per il rinnovo prima del 30 giugno perché, come riportato da Vechernye Novosti, in caso di trasferimento di Zivkovic a contratto scaduto, quindi come svincolato, o di mancato rinnovo il club serbo è tenuto a versare all’Apoel la somma di 3,1 milioni.

Tutto ciò spiega quindi le pressioni che il Partizan sta facendo a Zivkovic e alla famiglia. Quella della forzatura al rinnovo potrebbe comunque non essere una strategia vincente, soprattutto perché periodicamente la FIFPro, una sorta di “sindacato” dei calciatori professionisti, pubblica un libro nero in cui vengono riportati quei club che potrebbero subire pesanti multe per aver fatto pressioni ai suoi giocatori sul rinnovo contrattuale. 

Il caso Zivkovic è un nuovo esempio di come spesso i club serbi, ma non solo, non utilizzino dei metodi professionali nelle trattative coi propri giocatori.