Antonio Palma, giovane centrocampista classe 1994 in prestito al Teramo ma di proprietà dell’Atalanta, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a FootballScouting nella quale ha analizzato il suo passato, il presente ed il futuro del suo percorso calcistico (e non solo). Ecco il contenuto integrale.
Che voto dai alla tua stagione?
Sinceramente è anche difficile poter valutare la mia annata. Ho disputato pochissime partite (8 totali, ndr) per poter esprimere un giudizio generale. Ho scelto di andare via da Castellammare di Stabia per scegliere Teramo, analizzando i risultati non posso dire che sia una scelta che ha dato grandi risultati. Ho accettato in maniera silenziosa anche perché ho imparato molto quest’anno ma il gol che ho fatto contro il Siena dopo 5 mesi che non giocavo ha un sapore di rivincita, anche personale. Nonostante un’annata storta, mi porterò dentro un ricordo comunque positivo. Ho imparato tanto quest’anno.
Escludendo Teramo, hai già in mente dove andare l’anno prossimo?
Io e il mio agente ci incontreremo con l’Atalanta per scegliere la destinazione migliore. Ho ancora due anni di contratto e l’anno prossimo sarà decisivo per la mia carriera. Non voglio sprecare nessuna chance. Idee? Per ora nessuna in particolare ma quasi sicuramente sarò ancora in Lega Pro. Aspettiamo qualche settimana e poi chiariremo tutto.
Quanto e cosa ti manca per fare il salto di categoria?
La continuità di poter dimostrare le mie doti. Nel corso del mio percorso di “gavetta” ho fatto anche annate molto importanti ma non mi sono adagiato sugli allori. Il mio obiettivo è di giocare un numero di partite sufficienti per dimostrare quanto valgo. Per farlo però ho bisogno di giocare, solo in questo modo un giocatore assume fiducia nei propri mezzi. Non voglio fare il passo più lungo della gamba, quando arriverà l’occasione dovrà essere bravo a sfruttarla e salire sul “treno”.
Nonostante i 22 anni di età hai già un curriculum di tutto rispetto: qual è il ricordo più dolce e quello più amaro?
Il primo anno tra i professionisti tra Nocerina e Como. E, in modo dettagliato, non posso dimenticare la prima da capitano con la Nocerina contro il Prato ed il primo gol tra i pro con la maglia del Como contro la Cremonese. Le ricordo come se fossero ieri. Senza dimenticare l’esordio in Serie A con l’Atalanta quando Colantuono mi lanciò in campo contro l’Udinese. Ero al settimo cielo e avrei voluto che quel secondo tempo non fosse finito più. Ho vissuto anche momenti negativi ma cerco di essere ottimista.
A proposito di Atalanta, ti senti ancora con qualcuno dei compagni in Primavera?
Certamente, sono rimasto in ottimi rapporti con tanti compagni, da Grassi a Conti e anche Caldara. Tutti ora hanno intrapreso il proprio percorso di crescita ma ci sentiamo e, quando possiamo, ci vediamo tutti insieme. 8 anni dai Pulcini alla Primavera non si dimenticano con poco. Abbiamo vissuto momenti di euforia come di sconforto, ma è normale. Abbiamo costruito uno spogliatoio forte ed i risultati si vedono ora extra-campo.
Chi è il tuo modello/idolo?
Visto il mio ruolo, non posso non citare Andrea Pirlo, penso uno dei migliori di sempre in quel ruolo. Il mio punto di riferimento è David Pizarro, ogni tanto cerco di studiare filmati con le sue giocate, stravedevo per lui.
A parte il calcio, sei uno studente di giurisprudenza: tra 5/10 anni ti vedi più come avvocato o come calciatore?
La mia priorità è il calcio e spero che la passione che ho per questo sport possa rimanere anche lavoro. Nel frattempo sto studiando Giurisprudenza. L’obiettivo è quello di laurearmi nei tempi previsti e fare una specialistica in Criminologia. È un’altra mia passione e spero che un giorno possa diventare qualcosa di più. È difficile che le due cose possano coesistere ma, in attesa di conoscere il mio futuro a lungo termine, voglio portare avanti entrambe le strade.
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