Continua la rivoluzione del campionato di Serie A. Dopo le riforme accettate nel consiglio federale del 20 novembre, con la riduzione delle rose a un numero massimo di 25 calciatori e con norme a favore dei giovani italiani e più restrittive per l’arrivo di extracomunitari, si torna a parlare di riforma delle squadre B.

A farlo è stato Damiano Tommasi, presidente dell’Assocalciatori, durante il Galà del calcio Triveneto: “Sarebbe uno step tra settore giovanile e professionismo. Un campionato riserve garantirebbe maggiori chance ai giocatori italiani“. Favorevole dunque Tommasi all’introduzione anche in Italia delle seconde squadre, che invece esistono già da tempo, ad esempio, in Spagna, Germania e Olanda con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti. Anche in Inghilterra si sta lavorando in tal proposito.

Proprio all’uscita dal consiglio federale di cinque giorni fa, anche Gino Pozzo, presidente dell’Udinese Calcio, si era schierato a favore delle squadre B: “Sta per arrivare la seconda puntata” aveva dichiarato Pozzo in riferimento alla prima parte di novità accettate in consiglio “quella delle squadre B. Penso che non si seguirà l’esempio della Liga: siamo orientati verso la multiproprietà“. In pratica, società satellite dove far giocare i propri giovani, dargli modo di fare esperienza senza limiti di serie: “La nostra seconda squadra potrà giocare anche in B“.

Alla presentazione del nuovo gioco manageriale Football Manager 2015, anche il dg dell’Atalanta Pierpaolo Marino si era detto favorevole alla riforma. E, in passato, pure Pantaleo Corvino l’aveva individuata come soluzione per evitare la perdita di giovani di talento. Si va dunque velocemente verso un nuovo consiglio federale che prenderà seriamente in considerazione la proposta all’italiana delle cosiddette squadre B.