Se entro domani non arriveranno delle risposte il Rimini non scenderanno in campo sabato 2 aprile contro il Teramo. I calciatori biancorossi si sono trovati costretti a prendere questa decisione vista l’assenza da mesi degli  stipendi.

Sul sito internet tutto TuttoLegaPro.com Umberto Calcagno, avvocato dell’Assocalciatori, è intervenuto in merito alle situazione che stanno vivendo i tesserato del Rimini: “Perché questi ragazzi chiedono rispetto. Stanno vivendo un incubo che riguarda la quotidianità. Si continuano a fare promesse, si parla di nuove cordate ma la realtà attuale è quella di un gruppo di giocatori abbandonato che ogni giorno si interroga su dove andrà a mangiare o su dove dormirà. Inoltre in queste settimane trasferte e materiale sanitario sono stati pagati dai tifosi: un gesto bellissimo ma questo non è calcio amatoriale. Così viene svilita una professione. Infine è contro la regolarità del campionato mandare in campo una squadra che non percepisce stipendi da mesi.
Sia chiara, comunque, una cosa: questa è stata una decisione sofferta perché i ragazzi vogliono giocare”. L’interivsta prosegue sulle possibili soluzioni per rientrare dallo sciopero: “Basterebbe che la società riprendesse i discorsi iniziati un mese fa con noi e con la Lega Pro. Dopo quella scriteriata proposta del taglio degli stipendi del 50% non è accaduto più nulla e lo sdegno, per questo, è ancora maggiore. La società, in maniera responsabile, deve chiedere la distribuzione delle risorse di sistema presenti, ovvero la fidejussione regolarmente depositata a inizio campionato, per concludere la stagione”.  Sull’idea di schierare in campo la formazione Berretti, l’avvocato Calcagno ha dichiarato: “Nulla vieta al club di convocare le giovanili per giocare in prima squadra. Ma di sicuro i calciatori professionisti, se la situazione non cambia, non scenderanno in campo contro il Teramo. Spero, comunque, che la società, in maniera responsabile, decida di riaprirsi al dialogo”.