Nel mondo del calcio, si sa, il declino è fenomeno normale e molto spesso rapido. Nessuno più si ricorda di te, le tue giocate e le tue prodezze spariscono e vengono archiviate in un vecchio libro amarcord o su nostalgici video di youtube con sottofondo, spesso e purtroppo, di musica da discoteca. E tu sei sparito, ricordato da qualche fanatico nostalgico innamorato del Dio Pallone. Ci son cause differenti che portano a un rapido declino: infortuni gravi, stagioni andate storte in squadre mal amministrate o semplicemente la decadenza fisica. Purtoppo negli ultimi anni in Italia si sta facendo largo un’ altro fenomeno che porta al decino di un giocatore: il Calcioscommesse. Giocatori che fino a prima eran considerati idoli e modelli spariscon dalla circolazione a causa di squalifiche più o meno lunghe, vengon considerati e ripudiati come reietti da un mondo che prima gli osannava. C’è chi torna come nei casi di Terzi, Vitiello e recentemente Andrea Masiello e chi non torna, come Stefano Guberti.

Guberti, strana storia la sua. Da enfant prodige del pallone a desaparecido in poco tempo. Da protagonista assoluto della promozione del Bari a disoccupato dopo un contratto con la Roma. Ma perchè tutto questo? Ripercorriamo la carriera di Guberti. Dopo aver giocato nelle giovanili della Villamassargia, in Sardegna, passa all’Asseminese dove giovanissimo ottiene una Promozione. Viene acquistato dalla Sassari Torres che dapprima lo integra nella squadra Primavera e poi lo manda a farsi le ossa all’Alghero ,in serie D. Stagione molto positiva la sua, a vent’anni è considerato il giocatore sardo piu’promettente e senza dubbio dimostra di essere gia maturo per un approdo nei campionati professionistici.  Difatti dopo un’altra stagione positiva alla Torres in C1, il grande salto avviene con la cessione all’Ascoli, reduce da un ottimo decimo posto l’anno prima in Serie A, nella stagione 2006-2007. Dopo un inizio difficile trova sempre più spazio ma purtroppo la squadra retrocede in Serie B. Confermato, disputa un altro anno e mezzo ad Ascoli, positivo sia a livello di presenze che di gol fino al mercato di gennaio, dove viene ceduto a titolo definitivo al Bari, in piena corsa per la promozione in Serie A, sotto la guida di un giovane Antonio Conte,fututo pluriscudettato tecnico della Juventus e attuale C.t. della Nazionale. Ed è qui che probabilmente nella carriera di Stefano Guberti avviene una svolta. Disputa un campionato sensazionale, porta coi suoi gol e i suoi assist la squadra in serie A, un’escalation tremenda e un primo posto conquistato da assoluto protagonista. Ma c’era qualcosa che non andava in quella squadra, troppe persone intorno, troppa gente che, a promozione acquisita, pensava troppo ad altro. Ma oramai il futuro è a Roma, nella Roma di Totti e De Rossi. Un approccio difficile il suo con i giallorossi, che lo porta poi in prestito prima a Genova sponda Sampdoria, poi al Torino. Poi…il nulla. Inghiottito come tanti nella vicenda calcioscommesse del 2012, tirato in ballo dall’ex compagno Andrea Masiello per una presunta combine della partita Bari-Sampdoria risalente alla stagione 2010-2011, anno in cui Guberti militava coi doriani. Accusa pesante. Avrebbe offerto circa 50mila euro a Masiello per ottenera la vittoria della sua Sampdoria. Spunta anche un tentativo di corruzione della gara con la Salernitana l’anno della promozione. Condannato in definitiva a 3 anni e 6 mesi e iscrizione al libro degli indagati per frode sportiva. Stop!Finito tutto! Finiti i gol,gli assist, i cori che osannavano e invocavano il suo nome, l’interessamento delle big del calcio italiano. Svanito tutto, nonostante non sia mai stato accertato e appurato il fatto che abbia tentato di corrompere Masiello. Da asso del pallone a criminale nel giro di pochi giorni.

Ma cosa fa ora Stefano Guberti? La squalifica, a causa della riduzione della pena di un anno e un mese decisa dal TNAS in merito a Bari- Salermitana, è terminata. Ora è senza squadra,a differenza di altri colleghi come Gillet e Marco Rossi,che han trovato subito un ingaggio. Lui no,è svincolato,è integro, ha 31 anni e una voglia di giocare come nessuno mai. Ma ancora è fermo, senza squadra e senza che nessuno lo chiami o si ricordi di lui. Ingiustizia o no, si parla qui di un ragazzo che si è fatto da solo ,con sacrificio e talento, che magari ha fatto degli sbagli e si è fidato di persone più o meno affidabili ma una seconda possibilità si da a tutti. Come è stato fatto per Masiello all’Atalanta.