Ciro Palmieri: è il suo momento

Il gol della scorsa settimana al Milan aveva fatto alzare in piedi tutti i presenti al centro sportivo di Sant’Antimo. Una punizione magistrale all’ultimo secondo che ha regalato al Napoli la rete del pari. Un pareggio prezioso, che ha dato grande morale alla squadra allenata da Beoni. Ma che fosse un momento d’oro per Ciro Palmieri, è stato evidente soprattutto nella partita contro la Lazio. Gli sono bastati solo dieci minuti per fare gol due volte, e consegnare alla sua formazione altri tre punti che allontanano, forse definitivamente, la zona rossa dei play-out. E pensare che il destino di questo ragazzo, nativo di Capodimonte, sembrava essere ben lontano dalla città di Partenope

Ciro Palmieri: il sogno blues sfumato

Cresciuto nelle giovanili della Mariano Keller, una delle migliori scuole calcio campane, aveva attirato l’attenzione di Roman Abramovich. E così, da un giorno all’altro, si è ritrovato a fare un provino col Chelsea a soli tredici anni. Al Cobham Training Centre di Londra non ha deluso certo le aspettative, impressionando oltremodo gli osservatori della società inglese. Gli è stata data, ai tempi, una fiducia tale che gli viene consegnata addirittura la maglia numero nove, simbolo di centravanti puro. Ma sul più bello la trattativa salta. La società che ne deteneva il cartellino non era riuscita ad accordarsi col patron russo, a tal punto che il ragazzo si ritrova catapultato nuovamente nella realtà, tornando in Italia. È in quel momento che il Napoli non si fa sfuggire le sue doti. Nell’estate del 2014 viene ingaggiato ed inserito nella formazione dei giovanissimi, allora affidata a mister Carnevali.

Ciro Palmieri: gol a grappoli e la chiamata in Nazionale

Nella sua prima stagione col Napoli si conferma bomber con undici marcature. Anche al torneo Memorial Gusella brilla non poco, trascinando la sua squadra fino alle semifinali. La maglia tricolore diventa solo una naturale conseguenza del suo talento. Mister Zoratto lo convoca in occasione del Torneo Dei Gironi, dove viene aggregato alla formazione “sud” guidata da Evani. Anche secondo e terzo anno con la casacca azzurra sono di alto livello. Rapidità, fiuto del gol, tecnica, lo contraddistinguono non poco. Ed è per questo che il Napoli, piuttosto che mandarlo in prestito in giro per l’Italia, ha preferito farlo crescere in casa, inserendolo nella rosa della squadra Primavera ad inizio stagione. Questo grazie alla fruttuosa annata 2016/2017, dove ha fatto registrare dieci reti in ventisei presenze.

Ciro Palmieri: duttilità e sacrifico al servizio di Beoni

Con Saurini le cose non vanno benissimo. La squadra delude nella prima parte di stagione, e per il tecnico azzurro arriverà non a caso l’esonero. Ma nonostante tutto il centravanti classe 2000 (18 anni compiuti lo scorso primo febbraio) non perde l’abitudine del gol, segnando una doppietta al Genoa ed una rete all’Udinese, in entrambi i casi partendo dalla panchina e giocando solo a partita in corso. Solo con Beoni avrebbe trovato finalmente il posto da titolare, e soprattutto da prima punta nell’assetto super offensivo del 4-2-3-1 proposto dal nuovo tecnico. Una cosa non scontata, visto che Palmieri nasce in realtà come ala sinistra, ed all’occorrenza gioca anche da trequartista, proprio come successo contro l’Udinese. Ad oggi il giovane talento di Capodimonte sembra essere diventato un elemento imprescindibile per questo Napoli. E quando viene da pensare che forse oggi sarebbe potuto essere in Inghilterra da ben cinque anni, viene anche un po’ da sorridere.