Football Scouting ha intervistato in esclusiva Matteo Sassano, Presidente di ROITALIA (Rete osservatori calcistici italiani). Si è parlato di futuro del calcio italiano, partendo dai settori giovanili, per arrivare alle massime competizioni; si è discusso di che cosa attualmente significhi essere osservatore. Immancabile discussione poi per l’appuntamento fissato il 7 Marzo a Milano per il corso da osservatore calcistico.

ECCO I DETTAGLI

Attualmente come commenta la situazione attuale dello Scouting in Italia?

“Lo Scouting in Italia è cresciuto negli ultimi anni; se prima si parlava di “Scouting” solo in serie A, ad oggi si è notato un incremento anche con società dilettantistiche, di Serie C e Serie D. L’unica problematica grave è data dal fatto che non c’è un seguito nel lavoro di Scouting. Questo lavoro dovrebbe essere volto a: migliorare il settore giovanile, lavorare sui giovani calciatori talentosi, migliorarli e solo a quel punto portarli in prima squadra. In questo modo si otterrebbe un fine economico, dato da plusvalenze per via della crescita del giocatore, ma si avrebbe anche un fine qualitativo sportivo.”

Sono realmente efficaci, per le grandi squadre, i settori giovanili per la crescita calcistica della squadra stessa? Come commenta la situazione in Italia?

“In Italia non c’è pazienza e non c’è mai tempo. In Italia vogliamo tutto e subito, aspettare cinque anni dall’anno zero, l’anno dove inizi a costruire una rosa giovane e talentosa, è molto difficile. L’Atalanta che ha un forte e organizzato settore giovanile, inizia a vedere i suoi frutti adesso. Bisogna sapere aspettare, e in Italia noi non sappiamo aspettare.”

L’Italia ha davvero così tanto da invidiare a Inghilterra, Germania, Spagna e Francia? Cosa dovremmo imparare noi da loro e cosa loro da noi?

“Abbiamo davvero tantissimo da invidiare, a partire dall’organizzazione alla formazione continua dei loro tecnici. In Italia, il problema reale è dato dal fatto che non esiste una vera e propria formazione dei tecnici dei settori giovanili. Squadre di Serie B e Serie C, che non puntano sul settore giovanile, o che comunque hanno tecnici improvvisati, fanno solamente danni. Alla base del calcio dilettantistico non esiste una vera e propria organizzazione del settore giovanile. Non c’è formazione dei tecnici. Il problema lo crea chi si improvvisa e svolge questo tipo di attività. Allo stesso tempo in Italia si potrebbe senza dubbio arrivare ai livelli di Spagna e Inghilterra, anche se attualmente lavorano indubbiamente in modo più sistematico e organizzato.”

Tra non molto, dal 7 al 10 Marzo, si terrà il corso da osservatore calcistico? Può spiegare come sarà strutturato il corso, e se ci saranno interventi di relatori o ospiti in particolare?

“E’ la prima volta che ci approcciamo ad un corso totalmente diverso da quello degli altri anni, che erano sostanzialmente dei workshop. Questa volta si parla di corso formativo, si parla dunque di attività formativa e di un programma didattico. Abbiamo fatto una preselezione, dando a tutti la possibilità di partecipare al corso, ma facendo una valutazione del curriculum vitae ed un eventuale test d’ingresso. Il corso è in collaborazione con il Centro sportivo educativo Nazionale, che lascerà dunque un attestato di un certo peso e valore. Il tema principale sarà: lo Scouting nel settore giovanile. Gli interventi oltre al mio saranno diversi. Interverrà Gino Dimitri, ex osservatore calcistico della Juventus, e ds del settore giovanile del Lecce, e molti altri.”

Quali sono le parti che compongono il corso?

“Il corso verrà sviluppato in tre giornate e diviso in due parti, ma eventualmente tre: una parte teorica, una parte pratica e per chi vorrà sarà possibile frequentare uno stage. Lo stage è fortemente consigliato per la metodica, parte fondamentale da integrare al corso. Si arriverà poi il 10 Marzo, dove avrà luogo l’esame; il test si svolgerà tramite una relazione di una partita che verrà successivamente integrata con una parte orale. In caso di risultato negativo il corsista che non ha passato l’esame verrà inserito in un percorso di formazione.”

Parlando dei corsi passati invece; c’è stato qualche corsista che ha concretizzato il suo sogno, andando a lavorare per qualche squadra professionistica?

“Si. Abbiamo avuto diversi corsisti che già operavano per squadre professionistiche, ma anche chi era nuovo del settore. Ci sono diverse persone ad esempio che collaborano attualmente con l’Albinoleffe; abbiamo poi formato Alessandro Bellavista, attualmente responsabile Scouting del Parma e altri osservatori che oggi collaborano con il Torino. Non sono poche le persone che tramite i nostri corsi sono riusciti ad avere una sistemazione in questo ambiente. Ci tengo comunque a sottolineare che questo non vuole attirare a convincere o meno una persona ad iscriversi a questo corso. Credo che il motivo debba essere quello dell’attività formativa e il progetto didattico.”