In questa ore si sta parlando solo di lui, un nome nuovo che il calcio italiano imparerà a conoscere molto presto ma che in ambiente genoano e nelle giovanili della Nazionale azzurra già pronunciano da un po’. Stiamo parlando di Rolando Mandragora, nato a Napoli il 29 giugno 1997, lanciato a sorpresa dal primo minuto da Gasperini nel match con i campioni d’Italia della Juventus.

E’ da Napoli, città abituata a sfornare campioni, che parte la sua avventura calcistica, è figlio d’arte e nipote d’arte, la Mariano Keller è la squadra che lo ha fatto conoscere alle grandi squadre del campionato italiano. Lo bocciano la Juve, la Roma e l’Atalanta, si diceva per il fisico, troppo magro, o che aveva poca corsa ma il Genoa, nel 2011 vede in lui un calciatore diverso, soprattutto crede in lui e lo porta a giocare nelle sue giovanili.

Mandragora è un combattente, nonostante i rifiuti ricevuti, coglie l’occasione Genoa nel migliore dei modi, conquista anche le selezioni azzurre giovanili ed il suo ingresso nel calcio che conta sembra solo una questione di tempo. L’anno scorso gioca in pianta stabile con la primavera, Gasperini lo segue con attenzione, è ammirato dalla tecnica di questo giovane ragazzo, lo convoca in questo inizio stagione, portandolo spesso in panchina ma senza mai farlo giocare, fino a ieri sera quando causa anche la defezione di Sturaro, il tecnico rossoblu lo preferisce a Kucka, non in una partita semplice ma addirittura contro la Juve. Mandragora è un predestinato, a 17 anni è il più giovane ad esordire in serie A, la sua umiltà ed il suo impegno lo hanno visto uscire vincitore nel confronto con i vari Vidal, Marchisio e Pogba, non gente qualunque ma campioni internazionali. La standing ovation del pubblico di Marassi, entusiasta della prestazione di “Rolly”, così viene chiamato dagli amici, sembra essere per lui già una consacrazione.

Certo non basta una sola partita per poter giudicare un giocatore, ma le premesse sono buone.

E’ solo il primo passo e Mandragora non ha nessuna intenzione di interrompere questo magnifico sogno.